Per la difesa il senatore Udc non può essere giudicato due volte per lo stesso reato, ma per il gup questo può essere valutato solo con la sentenza. L’ex governatore, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: “Sono angosciato, ma fiducioso"
L'eccezione "ne bis in idem" (il principio che impedisce che un cittadino sia processato più volte per gli stessi fatti) non può essere valutata adesso ma quando ci sarà la sentenza.
Lo ha stabilito il gup Vittorio Anania, che sta giudicando l'ex presidente della Regione e senatore Udc Salvatore Cuffaro accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
La difesa di Cuffaro aveva chiesto di dichiarare il non doversi procedere perché Cuffaro "non può essere processato due volte per gli stessi fatti", riferendosi alla sentenza d'appello del processo in cui era imputato per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e nel quale è stato recentemente condannato a sette anni di carcere.
"Questa richiesta - ha detto il gup leggendo l'ordinanza - merita una disamina approfondita, perché è indebito e impossibile decidere prima della sentenza". Nella scorsa udienza, i pm avevano ribadito che invece non ci sarebbe il 'ne bis in idem', in quanto si tratterebbe di "fatti diversi" che vengono contestati al senatore Cuffaro.
Oggi i pm Nino Di Matteo e Francesco Del Bene hanno chiesto di acquisire 27 faldoni contenenti le intercettazioni provenienti dall’altro processo a carico di Cuffaro, quello sulle "Talpe alla dda". Il processo, quindi, va avanti.
La prossima udienza è fissata per il 13 maggio, Cuffaro era presente in aula al momento della lettura del dispositivo "Certo, provo un po' di angoscia, ma sono sereno e fiducioso” ha commentato l'ex presidente della Regione siciliana. "Il giudice ha preso tempo per decidere - ha detto Cuffaro - è giusto quello che fa il giudice perché io, nonostante le difficoltà, continuo ad essere fiducioso nelle istituzioni e anche nella magistratura. Do per scontato che il giudice agisca in buona fede".
Uscendo dal palazzo di Giustizia di Palermo al termine dell'udienza del processo che lo vede imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, ha aggiunto: “Se verrò condannato accetterò questa eventuale decisione del magistrato e se devo pagare questo prezzo lo pagherò".
Alla domanda se è ottimista, l'ex governatore siciliano risponde: "Mah... posso solo dire che è facile rispettare le istituzioni quando non si è messi alla prova come me". E sui 27 faldoni che l'accusa ha chiesto di acquisire, con le trascrizioni di intercettazioni, Cuffaro dice: "Li ho riletti proprio poco tempo fa, vuol dire che li rileggerò daccapo".
Lo ha stabilito il gup Vittorio Anania, che sta giudicando l'ex presidente della Regione e senatore Udc Salvatore Cuffaro accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
La difesa di Cuffaro aveva chiesto di dichiarare il non doversi procedere perché Cuffaro "non può essere processato due volte per gli stessi fatti", riferendosi alla sentenza d'appello del processo in cui era imputato per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e nel quale è stato recentemente condannato a sette anni di carcere.
"Questa richiesta - ha detto il gup leggendo l'ordinanza - merita una disamina approfondita, perché è indebito e impossibile decidere prima della sentenza". Nella scorsa udienza, i pm avevano ribadito che invece non ci sarebbe il 'ne bis in idem', in quanto si tratterebbe di "fatti diversi" che vengono contestati al senatore Cuffaro.
Oggi i pm Nino Di Matteo e Francesco Del Bene hanno chiesto di acquisire 27 faldoni contenenti le intercettazioni provenienti dall’altro processo a carico di Cuffaro, quello sulle "Talpe alla dda". Il processo, quindi, va avanti.
La prossima udienza è fissata per il 13 maggio, Cuffaro era presente in aula al momento della lettura del dispositivo "Certo, provo un po' di angoscia, ma sono sereno e fiducioso” ha commentato l'ex presidente della Regione siciliana. "Il giudice ha preso tempo per decidere - ha detto Cuffaro - è giusto quello che fa il giudice perché io, nonostante le difficoltà, continuo ad essere fiducioso nelle istituzioni e anche nella magistratura. Do per scontato che il giudice agisca in buona fede".
Uscendo dal palazzo di Giustizia di Palermo al termine dell'udienza del processo che lo vede imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, ha aggiunto: “Se verrò condannato accetterò questa eventuale decisione del magistrato e se devo pagare questo prezzo lo pagherò".
Alla domanda se è ottimista, l'ex governatore siciliano risponde: "Mah... posso solo dire che è facile rispettare le istituzioni quando non si è messi alla prova come me". E sui 27 faldoni che l'accusa ha chiesto di acquisire, con le trascrizioni di intercettazioni, Cuffaro dice: "Li ho riletti proprio poco tempo fa, vuol dire che li rileggerò daccapo".