Caos nell’inchiesta Grandi appalti

Cronaca
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Il gip: non spetta a Perugia. Il fascicolo in Umbria per il coinvolgimento del procuratore Toro. Negati tre arresti, Balducci e gli altri tre indagati presto liberi

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L'inchiesta per la Gestione dei nuovi Appalti è nel caos totale. Il gip di Perugia Massimo Ricciarelli ha infatti respinto la nuova richiesta di custodia cautelare presentata dai pubblici ministeri della sua città perchè non sarebbero competenti. Insomma, il gip dice: non spetta a Perugia occuparsi dell'inchiesta che ha visto coinvolta la Protezione civile e Guido Bertolaso. In tutto sono stati negati tre nuovi arresti. E data la situazione caotica complica l'accertamento della verità, soprattutto tenendo conto del ruolo dei nuovi indgati e dei reati ipotizziati che sono strettamente connessi a quelli che hanno portato in carcere gli alti funzionari Angelo Balducci, Fabio De Santis, Mauro della Giovampaola e il costruttore Diego Anemone. La loro uscita dal carcere è prevista per il 9 maggio. Secondo quanto riportato sul Corriere della Sera, nelle scorse settimane i magistrati dell’accusa avevano quindi sollecitato un’ordinanza di custodia cautelare per il commercialista Stefano Gazzani, l’architetto Angelo Zampolini e l’ex commissario dei Mondiali di nuoto Claudio Rinaldi.

A Perugia, dove l’inchiesta era stata spostata da Firenze dopo il coinvolgimento del procuratore aggiunto Achille Toro, il Gip è cambiato. Al posto di Paolo Micheli, che aveva autorizzato la custodia cautelare in carcere per i quattro indagati principali, è stato sostituito Massimo Ricciarelli. Normale rotazione degli incarichi che, però, rischia di bloccare le indagini. I pm di Perugia hanno avanzato la richiesta di custodia cautelare a Ricciarelli per tre nuovi indagati: il commercialista Stefano Gazzani, l’architetto Angelo Zampolini e l’ex commissario dei Mondiali di nuoto Claudio Rinaldi. Gazzani e Zampolini, in particolare, sono ritenuti i “cassieri” di Anemone e Balducci, coloro che gestivano i soldi e gli affari illeciti. Zampolini sarebbe l’uomo che acquistava delle abitazioni da “regalare” a chi aiutava Anemone nella sua ascesa. L’attenzione dei pm si è focalizzata soprattutto su un’abitazione intestata nel 2004 alla figlia dell’attuale ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola.

Tra poche settimane i quattro indagati principali nell’inchiesta usciranno dal carcere e per i pm c’è pericolo di inquinamento delle prove. Da qui la richiesta al Gip di nuove ordinanze di custodia cautelare. Ma il giudice Ricciarelli ha analizzato a fondo le carte e ha respinto la richiesta.

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