Alla base dell'omicidio la gelosia per una foto che lo ritraeva su Facebook in compagnia del calciatore del Napoli Lavezzi
Da un diverbio nato per gelosia tra due tatuatori concorrenti sarebbe scaturito un omicidio di camorra. Vittima Gianluca Cimminiello, ucciso lo scorso 2 febbraio a Casavatore.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, tutto nasce da un diverbio che la vittima, giorni prima della sua morte, aveva avuto con un tatuatore concorrente di Melito (Napoli), Vincenzo Russo, 29 anni, finito agli arresti. A scatenare la lite una foto pubblicata su Facebook da Cimminiello che lo ritraeva insieme al calciatore del Napoli Ezequiel Lavezzi, grande appassionato di tatuaggi. Una foto che sarebbe stata accompagnata anche da un messaggio di critica nei confronti del collega concorrente. A quel punto il tatuatore di Melito avrebbe chiesto l'intervento di persone vicine al clan Amato-Pagano, che si recavano presso il negozio di Cimminiello per intimidirlo. Solo che il tatuatore di Casavatore reagiva e picchiava uno dei componenti del commando, Vincenzo Noviello. Quella reazione scatenava l'ira del clan che alcuni giorni dopo inviava dei killer da Cimminiello, uccidendolo.
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