Sanità: se "procedura d'urgenza" vuol dire un mese d'attesa

Cronaca
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È successo a Teramo. Un uomo ha chiamato il centro unico di prenotazione per un'ecografia di controllo dopo l'asportazione di un cancro: 6 mesi di attesa. È urgente? 30 giorni. Un'inchiesta di SKY.IT aveva già denunciato i ritardi delle liste pubbliche

di Serenella Mattera

Ecografia di controllo dopo un tumore alla colecisti? “Il primo posto disponibile è tra sei mesi”. Così si è sentito rispondere un uomo di 57 anni di Teramo, operato lo scorso ottobre per l’asportazione di un cancro, quando ha telefonato al centro unico di prenotazione (Cup) della sua città. Nonostante le sue insistenze gli è stato detto che no, prima di sei mesi non c’era niente da fare. E allora è intervenuto il suo medico di fiducia, che ha scritto una nuova prescrizione, con la esplicita dicitura “procedura d’urgenza”. Risultato? I tempi d’attesa si sono ridotti a un mese. F.S. farà la sua ecografia il 26 maggio. Peccato solo che il controllo post-intervento era programmato avvenisse a fine aprile.

Quella delle liste d’attesa è una piaga irrisolta della sanità italiana. Una inchiesta di Sky.it il mese scorso ha messo in luce i problemi che incontra chi voglia prenotare una visita o un esame a Roma e a Milano. Ma la vicenda di Teramo evidenzia che i disagi non sono una prerogativa solo delle grandi città. “Inizialmente ho pensato che non poteva essere vero, che mi volessero prendere in giro”, ha raccontato F.S. al quotidiano abruzzese Il Centro. “Non si può aspettare tanto per un esame. Fino all’intervento chirurgico – ha aggiunto – sono sempre stato bene e non mi sono mai accorto di quello che succedeva. E’ terribile. Ma io non mi arrendo e non ho nessuna intenzione di rivolgermi al privato. Nonostante tutto, credo nella sanità pubblica”.

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