E' la sentenza dei giudici della Corte d'Assise d'Appello di Milano (IL VIDEO). L'unico sopravvissuto Frigerio: "Dopo tanto fango finalmente giustizia". Il procuratore generale: "Persone crudeli e non incapaci". Il legale annuncia ricorso in Cassazione
STRAGE DI ERBA: LE TAPPE
I giudici della Corte d'Assise d'Appello di Milano hanno confermato oggi la condanna all'ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi nel processo di secondo grado per la strage di Erba, in cui nel 2006 furono uccise quattro persone, fra cui un bimbo di due anni.
La conferma della pena inflitta in primo grado era stata richiesta dal sostituto procuratore generale di Milano, Nunzia Gatto, che questa mattina non ha replicato alle arringhe della difesa.
La decisione dei giudici della Corte d'Assise d'appello è arrivata dopo cinque ore di camera di consiglio.
La lettura del dispositivo, che conferma in toto la sentenza di condanna per Olindo e Rosa all'ergastolo e a tre anni di isolamento diurno, è stata letta in una manciata di secondi.
La coppia era presente nella gabbia degli imputati, coperta da uno schieramento di agenti di polizia penitenziaria. Le telecamere hanno avuto il permesso di riprendere unicamente la corte mentre leggeva il verdetto, non gli imputati.
Dopo la lettura della sentenza che ribadiva per loro l'ergastolo, Olindo e Rosa si sono abbracciati e lei è scoppiata a piangere. Lo ha riferito uno dei loro legali, Fabio Schembri, poco prima che la coppia tornasse in carcere.
"Nei loro confronti è stata emessa una sentenza di condanna ancora prima che fosse celebrata l'udienza preliminare", ha aggiunto, annunciando un ricorso in Cassazione.
Al termine dell'udienza, il procuratore generale ha spiegato per quali ragioni si era opposta alla concessione della perizia psichiatrica per gli imputati. "C'erano oltre ottanta relazioni dal carcere. Nella mia requisitoria ho detto che esistono persone crudeli, non necessariamente incapaci, e queste sono due persone crudeli che ne hanno uccise altre quattro".
Il sostituto pg ha parlato di "molte prove" a carico dei due imputati. "C'erano le confessioni, c'era la prova scientifica, c'era il sopravvissuto. Magari in tutti i processi che affronto avessi queste prove". A proposito delle nuove prove chieste dalla difesa, Nunzia Gatto ha spiegato che "era già tutto scritto in primo grado, era già stato accertato tutto".
Per Mario Frigerio, unico sopravvissuto della strage di Erba, con la sentenza di secondo grado che ha confermato la condanna di Olindo Romano e Rosa Bazzi, "dopo tanto fango" è arrivata "una giustizia che mi ha fatto piacere".
Parlando del "fango" ha fatto riferimento alle tesi della difesa, che ha provato a smontare la sua testimonianza, che inchiodava i coniugi imputati. "I giudici invece - ha spiegato Frigerio - hanno creduto alle mie parole. Io non ho mai detto bugie".
Questa sentenza, ha proseguito, "era ciò che aspettavo da tanto tempo, perché a mio parere non c'è stato alcun rispetto per le vittime". "Sono felicissimo" ha concluso.
"E' stato un processo eccezionalmente lungo, che non poteva che concludersi con una sentenza di condanna, nonostante la difesa le abbia tentate tutte". Cosi' Carlo Castagna, che nell'eccidio di Erba ha perso la figlia, la moglie e il nipotino commenta la conferma all'ergastolo per Olindo e Rosa Romano. E aggiunge: "Ed ora spero che non siano concessi dei permessi a Rosa e Olindo".
"Sì, ora credo che sia davvero calato il sipario su questa storia, e posso sperare, come tutti, in un futuro migliore". Così Azouz Marzouk, che nell'eccidio di Erba ha perso il figlioletto di poco più di 2 anni e la moglie, risponde alle domande dei cronisti subito dopo il verdetto di condanna all'ergastolo di Olindo e Rosa Romano. "Non potevano essere messe in dubbio le affermazioni di una persona per bene come Frigerio", continua Azouz. Al suo fianco, il suo legale, Roberto Tropenscovino, sottolinea come la Corte d'Appello abbia rigettato "ben 6 istanze presentate dalle difese".
Nella strage, la sera dell'11 dicembre 2006, morirono colpiti da coltellate e sprangate la 30enne Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, di due anni, la madre Paola Galli, di 57, e una vicina di casa, Valeria Cherubini.
In primo grado, nel novembre del 2008, i coniugi erano stati condannati all'ergastolo con isolamento diurno per un totale di tre anni, oltre che all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e al pagamento di un risarcimento alle parti civili.
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La conferma della pena inflitta in primo grado era stata richiesta dal sostituto procuratore generale di Milano, Nunzia Gatto, che questa mattina non ha replicato alle arringhe della difesa.
La decisione dei giudici della Corte d'Assise d'appello è arrivata dopo cinque ore di camera di consiglio.
La lettura del dispositivo, che conferma in toto la sentenza di condanna per Olindo e Rosa all'ergastolo e a tre anni di isolamento diurno, è stata letta in una manciata di secondi.
La coppia era presente nella gabbia degli imputati, coperta da uno schieramento di agenti di polizia penitenziaria. Le telecamere hanno avuto il permesso di riprendere unicamente la corte mentre leggeva il verdetto, non gli imputati.
Dopo la lettura della sentenza che ribadiva per loro l'ergastolo, Olindo e Rosa si sono abbracciati e lei è scoppiata a piangere. Lo ha riferito uno dei loro legali, Fabio Schembri, poco prima che la coppia tornasse in carcere.
"Nei loro confronti è stata emessa una sentenza di condanna ancora prima che fosse celebrata l'udienza preliminare", ha aggiunto, annunciando un ricorso in Cassazione.
Al termine dell'udienza, il procuratore generale ha spiegato per quali ragioni si era opposta alla concessione della perizia psichiatrica per gli imputati. "C'erano oltre ottanta relazioni dal carcere. Nella mia requisitoria ho detto che esistono persone crudeli, non necessariamente incapaci, e queste sono due persone crudeli che ne hanno uccise altre quattro".
Il sostituto pg ha parlato di "molte prove" a carico dei due imputati. "C'erano le confessioni, c'era la prova scientifica, c'era il sopravvissuto. Magari in tutti i processi che affronto avessi queste prove". A proposito delle nuove prove chieste dalla difesa, Nunzia Gatto ha spiegato che "era già tutto scritto in primo grado, era già stato accertato tutto".
Per Mario Frigerio, unico sopravvissuto della strage di Erba, con la sentenza di secondo grado che ha confermato la condanna di Olindo Romano e Rosa Bazzi, "dopo tanto fango" è arrivata "una giustizia che mi ha fatto piacere".
Parlando del "fango" ha fatto riferimento alle tesi della difesa, che ha provato a smontare la sua testimonianza, che inchiodava i coniugi imputati. "I giudici invece - ha spiegato Frigerio - hanno creduto alle mie parole. Io non ho mai detto bugie".
Questa sentenza, ha proseguito, "era ciò che aspettavo da tanto tempo, perché a mio parere non c'è stato alcun rispetto per le vittime". "Sono felicissimo" ha concluso.
"E' stato un processo eccezionalmente lungo, che non poteva che concludersi con una sentenza di condanna, nonostante la difesa le abbia tentate tutte". Cosi' Carlo Castagna, che nell'eccidio di Erba ha perso la figlia, la moglie e il nipotino commenta la conferma all'ergastolo per Olindo e Rosa Romano. E aggiunge: "Ed ora spero che non siano concessi dei permessi a Rosa e Olindo".
"Sì, ora credo che sia davvero calato il sipario su questa storia, e posso sperare, come tutti, in un futuro migliore". Così Azouz Marzouk, che nell'eccidio di Erba ha perso il figlioletto di poco più di 2 anni e la moglie, risponde alle domande dei cronisti subito dopo il verdetto di condanna all'ergastolo di Olindo e Rosa Romano. "Non potevano essere messe in dubbio le affermazioni di una persona per bene come Frigerio", continua Azouz. Al suo fianco, il suo legale, Roberto Tropenscovino, sottolinea come la Corte d'Appello abbia rigettato "ben 6 istanze presentate dalle difese".
Nella strage, la sera dell'11 dicembre 2006, morirono colpiti da coltellate e sprangate la 30enne Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, di due anni, la madre Paola Galli, di 57, e una vicina di casa, Valeria Cherubini.
In primo grado, nel novembre del 2008, i coniugi erano stati condannati all'ergastolo con isolamento diurno per un totale di tre anni, oltre che all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e al pagamento di un risarcimento alle parti civili.
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