La commissione guidata da Ignazio Marino, la perizia della procura e quella della famiglia concordano solo sulla responsabilità dei medici. Su botte e maltrattamenti divergono e si contraddicono. La verità solo in aula
In sette mesi sul caso Stefano Cucchi sono arrivate tre diverse perizie mediche, ma nessuna certezza. Per prima, quella guidata dal senatore e medico Ignazio Marino, che ha stabilito che Cucchi è morto disadrato. Smentita però dalla perizia della Procura, guidata dal professor Arbarello, secondo il quale Cucchi aveva bevuto e la responsabilità del decesso è da attribuire a un piano terapeutico sbagliato, mentre le tracce di maltrattamenti risalirebbero a vecchie ferite. Di tutt'altra opinione la perizia fatta eseguire dalla famiglia Cucchi al professor Vittorio Fineschi, secondo la quale Stefano sarebbe stato ammazzato di botte. Anche per la terza perizia, resta fuori discussione la responsabilità dei medici del Pertini, sui cui cade il sospetto di omertà e negligenza. La verità dovrà ora essere ristabilità al processo, istruito dai pm Vincenzo Barba e Francesca Loy
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