Infanticidio Genova, la mamma: torno a casa, Ale non c'è più

Cronaca
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Katerina Mathas, la giovane di 26 anni accusata dell’omicidio del figlio di 8 mesi, avvenuto lo scorso 15 marzo, è stata scarcerata. Il pm: “Non è stata lei. Le nostre indagini indicano che il responsabile dell’omicidio è il suo compagno”

"Non ho ucciso il mio bambino, sono estranea ai fatti". Lo ha detto Aikaterini Mathas, 26 anni, per tutti Katerina, la 26enne scarcerata oggi dopo diciassette giorni di carcere, rilasciata su richiesta dello stesso pm Marco Airoldi, dopo essere stata accusata di avere concorso all'omicidio del figlio Alessandro, di 8 mesi, con l'amante genovese Giovanni Antonio Rasero, di 29 anni, in cella nella casa circondariale di Marassi.
La donna, dopo la scarcerazione, è stata portata nello studio dei suoi legali, Igor Dante e Paolo Costa. Lì ha letto alla stampa una dichiarazione scritta di suo pugno stamani. "Ho risposto a tutte le domande del pubblico ministero ma oggi non sono in grado rispondere alle vostre - ha esordito la donna - ho trascorso 17 giorni in carcere, oggi torno a casa ma Ale non c'è piu'". La donna aggiunto di essere "una mamma distrutta dal dolore. Oggi riacquisto la libertà ma Alessandro non può restituirmelo nessuno. Non sono in grado di rispondere e non voglio rispondere alle vostre domande anche perché i miei interrogatori sono coperti dal segreto e non voglio intralciare le indagini in corso".

La donna quindi detto di essere estranea ai fatti: "Non ho ucciso il mio bambino. Oggi vi leggo queste righe perché spero che servano a far cadere o quantomeno attenuare la pressione che c'è intorno a me. Vi prego di rispettare la mia disperazione ed il mio dolore - ha detto rivolta ai giornalisti - perché  sono una mamma distrutta dal dolore per la perdita del figlio. Solo chi è genitore può comprendere cosa sia un figlio. Pensate che l'ho perso tragicamente e nessuno me lo restituirà più. Non ho altro da
aggiungere. Capisco le vostre esigenze ma vi chiedo rispetto per il dolore insopportabile che sto provando".

L'ordinanza di revoca della carcerazione è stata depositata in tribunale oggi alle 13, dopo quattro giorni dalla richiesta del pm. Il magistrato ritiene infatti che il delitto del bambino, avvenuto nella notte del 15 marzo nel monolocale di Genova Nervi dove viveva Antonio Rasero, sia avvenuto in una fascia oraria in cui la donna era uscita in cerca di cocaina. Sarebbe stato solo l'uomo, per motivi che restano incomprensibili, a seviziare e uccidere il bambino, deponendolo sul divano come fosse addormentato, coprendolo con una coperta e rassicurando la madre sulle sue condizioni al suo rientro.


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