Palermo e Spoleto rendono l'ultimo saluto a Laura Papadia
Cronaca
Alla vigilia dei funerali di Laura Papadia, la 36enne palermitana uccisa il 26 marzo a Spoleto dal marito Gianluca Nicola Romita, centinaia di motociclisti, chiamati a raccolta dagli amici del papà di Laura, anch'egli motociclista, hanno attraversato le strade di Palermo raggiungendo Monte Pellegrino dove è stata dipinta di rosso una panchina, per dire “no” alla violenza sulle donne.
Due città rendono omaggio a Laura, ennesima vittima di femminicidio. Spoleto, la città in cui viveva e in cui è stata uccisa, con una giornata di lutto cittadino, e Palermo, la città in cui era nata, dove alla vigilia dei funerali un lungo corteo si muove in un silenzio surreale, spezzato solo dal rombo delle moto. Sono centinaia di bikers che si stringono intorno al papà di Laura in una "acchianata", una salita sul Monte Pellegrino che sovrasta la città, per esprimere la loro vicinanza alla famiglia e dire basta alla violenza sulle donne, e promuovono una raccolta fondi destinata all’Associazione Millecolori onlus, per sostenere gruppi di mutuo ascolto per familiari di vittime di violenza e corsi di educazione all’affettività.
Salvo Daniele è uno degli organizzatori e ci tiene a ringraziare, a nome di tutti gli amici di Maurizio, le centinaia di persone arrivate da ogni parte della Sicilia, l'amministrazione comunale, il Sindaco, l’assessore Debora Alaimo, la consigliera Tiziana D’Alessandro e il Segretario Generale Raimondo Liotta , e poi sindaco e assessori del comune di Spoleto, i colleghi di lavoro di Laura che hanno voluto essere presenti e la polizia municipale. "E un grazie speciale a Maurizio Papadia ed alla sua famiglia che oggi ci hanno insegnato davvero cosa sia la dignità e la compostezza nell’affrontare un dolore inimmaginabile ed atroce quale può essere la scomparsa di una figlia".

Amici, autorità e tanti cittadini si ritrovano a Monte Pellegrino dove una panchina rossa viene dedicata dedicata a Laura Papadia, a Sara Campanella, e a tutte le donne vittime di violenza. L'hanno realizzata le studentesse e gli studenti dell’Istituto di formazione professionale ENDOFAP “Don Orione” di Palermo sotto la guida del professore Vincenzo Di Caro. La benedice il reggente del Santuario Don Natale Fiorentino. L'idea di una panchina rossa a Monte Pellegrino ricorda la vicenda della giovane Santa Rosalia, divenuta storicamente simbolo di libertà e di emancipazione femminile per la propria scelta di una vita religiosa contro il consenso del padre. Una targa affissa sulla panchina rossa recita: “affidiamo Laura, Sara, e tutte le vittime di femminicidio a Santa Rosalia, simbolo di donna libera".

“Palermo piange l’ennesima vittima di femminicidio" dice l’assessora comunale alla legalità Brigida Alaimo. "Laura Papadia il 26 marzo ha perso la vita per mano del proprio marito, colui che doveva amarla e proteggerla. L’amministrazione comunale è presente non solo per senso del dovere ma per l'esigenza di contribuire ad avviare un processo educativo nei confronti di quegli uomini che non hanno ancora compreso che il no di una donna deve essere un no, che non può essere interpretato in un altro modo, e che non devono utilizzare alcun tipo di violenza per ottenere quello che in realtà non potranno avere. La donna è libera e tale deve rimanere. Noi combatteremo per una nuova società che possa dare alle donne quello che in realtà hanno già il diritto di avere”.
“L’Associazione Millecolori onlus lotta da oltre 12 anni contro la violenza di genere per sostenere le donne e aiutarle a uscire dalle situazioni di violenza in cui vivono" dice Adriana Argento, responsabile della Millecolori e del Centro antiviolenza Lia Pipitone. "Grazie a questa raccolta fondi potremo realizzare gruppi di mutuo ascolto per i genitori, le famiglie delle vittime di violenza, e i familiari delle vittime di femminicidio. Attiveremo, per adulti e per minori, anche corsi di educazione all’affettività, perché è necessario che si capisca come si devono gestire le relazioni, e che un no è un no, che se una donna vuole interrompere la relazione ne ha ogni diritto, e non può perdere la vita perché deve sottostare ad un uomo che intende decidere della sua vita".