Pedofilia, Alfano: ispettori a Milano dopo le accuse del pm
CronacaIl magistrato Pietro Forno aveva denunciato il silenzio delle gerarchie ecclesiastiche su alcuni casi di abusi. Il Guardasigilli vuole verificare se Forno abbia violato i doveri di correttezza, equilibrio e riserbo. La Curia: mai coperto presunti abusi
Il ministro della giustizia Angelino Alfano, lette le dichiarazioni ha deciso di inviare ispettori alla procura di Milano, per verificare se le dichiarazioni rese ieri rese ieri alla stampa in un'intervista dal pm Pietro Forno, procuratore aggiunto a capo del pool specializzato in molestie e stupri, che si è lamentato della scarsa collaborazione del Vaticano nei casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti abbiano violato "i doveri di correttezza, equilibrio e riserbo".
In una nota diffusa oggi dal ministero della Giustizia, il Guardasigilli, "lette le dichiarazioni rese (...) da Forno, che ha accusato le gerarchie ecclesiastiche di coprire i sacerdoti responsabili di gravi fatti di pedofilia, considerato il carattere potenzialmente diffamatorio di tali dichiarazioni, ha dato mandato al suo ufficio ispettivo di verificare se il dott. Forno con tale condotta abbia violato i doveri di correttezza equilibrio e riserbo".
Criteri, dice ancora la nota, "che devono essere particolarmente osservati nella trattazione di procedimenti delicati come quelli per reati di pedofilia, reati che vanno perseguiti con estrema decisione ma evitando pericolose generalizzazioni".
In un'intervista al quotidiano Il Giornale, ieri Forno ha detto che nei casi di abusi commessi da religiosi, le gerarchie ecclesiastiche, una volta iniziate le indagini, non hanno mai frapposto ostacoli. Ma che la loro collaborazione si è limitata a questo, sottolineando che "nei tanti anni in cui ho trattato l'argomento non mi è mai, e sottolineo mai, arrivata una sola denuncia né da parte di vescovi, né da parte di singoli preti, e questo è un po' strano".
Il pm nell'intervista ha osservato che la magistratura quando arriva a inquisire un sacerdote per questi reati deve arrivarci da sola, con le sue forze, in genere sulla base di denunce di familiari della vittima, "che si rivolgono all'autorità giudiziaria dopo che si sono rivolti all'autorità religiosa, e questa non ha fatto assolutamente niente".
Oggi, in una dichiarazione diffusa ai media, Forno ha precisato di non voler "fare alcuna generalizzazione": "Ho constatato che le vicende che ho trattato non sono nate da denunce da parte dell'autorità ecclesiastica. Ribadisco, tuttavia, che una volta iniziate le indagini, non ho mai incontrato ostacoli di alcun tipo da parte delle gerarchie ecclesiastiche".
Arriva anche una nota della Curia di Milano che precisa: "Mai coperto presunti abusi". "Il sacerdote indagato - si legge nella nota della Curia - appartiene ad una Congregazione religiosa e non ha incarichi diocesani. Interpellata dalla Procura di Milano nel settembre 2008 a proposito di questo caso, la Curia ha provveduto a indirizzare gli inquirenti all'ordine religioso di competenza".
L'ispettore dei Salesiani di Milano, don Sosio, sottolinea inoltre che la congregazione ha preferito "difendere in tribunale l' innocenza del sacerdote: è stata talmente trasparente e collaborativa la nostra azione che il prete - saputo delle indagini - è di sua iniziativa rientrato dall'estero per mettersi a disposizione degli inquirenti".
In una nota diffusa oggi dal ministero della Giustizia, il Guardasigilli, "lette le dichiarazioni rese (...) da Forno, che ha accusato le gerarchie ecclesiastiche di coprire i sacerdoti responsabili di gravi fatti di pedofilia, considerato il carattere potenzialmente diffamatorio di tali dichiarazioni, ha dato mandato al suo ufficio ispettivo di verificare se il dott. Forno con tale condotta abbia violato i doveri di correttezza equilibrio e riserbo".
Criteri, dice ancora la nota, "che devono essere particolarmente osservati nella trattazione di procedimenti delicati come quelli per reati di pedofilia, reati che vanno perseguiti con estrema decisione ma evitando pericolose generalizzazioni".
In un'intervista al quotidiano Il Giornale, ieri Forno ha detto che nei casi di abusi commessi da religiosi, le gerarchie ecclesiastiche, una volta iniziate le indagini, non hanno mai frapposto ostacoli. Ma che la loro collaborazione si è limitata a questo, sottolineando che "nei tanti anni in cui ho trattato l'argomento non mi è mai, e sottolineo mai, arrivata una sola denuncia né da parte di vescovi, né da parte di singoli preti, e questo è un po' strano".
Il pm nell'intervista ha osservato che la magistratura quando arriva a inquisire un sacerdote per questi reati deve arrivarci da sola, con le sue forze, in genere sulla base di denunce di familiari della vittima, "che si rivolgono all'autorità giudiziaria dopo che si sono rivolti all'autorità religiosa, e questa non ha fatto assolutamente niente".
Oggi, in una dichiarazione diffusa ai media, Forno ha precisato di non voler "fare alcuna generalizzazione": "Ho constatato che le vicende che ho trattato non sono nate da denunce da parte dell'autorità ecclesiastica. Ribadisco, tuttavia, che una volta iniziate le indagini, non ho mai incontrato ostacoli di alcun tipo da parte delle gerarchie ecclesiastiche".
Arriva anche una nota della Curia di Milano che precisa: "Mai coperto presunti abusi". "Il sacerdote indagato - si legge nella nota della Curia - appartiene ad una Congregazione religiosa e non ha incarichi diocesani. Interpellata dalla Procura di Milano nel settembre 2008 a proposito di questo caso, la Curia ha provveduto a indirizzare gli inquirenti all'ordine religioso di competenza".
L'ispettore dei Salesiani di Milano, don Sosio, sottolinea inoltre che la congregazione ha preferito "difendere in tribunale l' innocenza del sacerdote: è stata talmente trasparente e collaborativa la nostra azione che il prete - saputo delle indagini - è di sua iniziativa rientrato dall'estero per mettersi a disposizione degli inquirenti".