L'uomo tunisino che l'11 dicembre 2006 a Erba perse il figlio, la moglie e la suocera torna in Italia per seguire il processo d'Appelllo dei due imputati
Mercoledì, nell'aula della seconda Corte d'assise d'appello di Milano, sarà ripercorso l'orrore della sera dell'11 dicembre del 2006, quando a Erba (Como) furono massacrate quattro persone, tra cui un bambino di poco più di due anni e una quinta riuscì a salvarsi per miracolo.
"Non perdonerò mai Rosa e Olindo". Sono le parole di Azouz Marzouk, il tunisino che nella strage dperse il figlio, la moglie e la suocera.
E' stato lontano quasi dieci mesi, espulso dopo una condanna per droga. "Se ho sbagliato chiedo scusa - dice - ma l'Italia è anche il mio Paese. Questa volta che torno in Italia ci rimarrò. Non è per assistere solo al mio processo. Credo che è un mio diritto rimanere in Italia, visto che sono sposato con una cittadina italiana sto per avere un figlio vorrei pure essere un buon padre, assistere alla nascita e assistere a tutto". "Io mi aspetto giustizia - conclude Azouz - solo questo, giustizia".
In aula ci saranno certamente Olindo Romano, ex netturbino, e la moglie Rosa Bazzi, donna di servizio, che per quell'eccidio sono stati condannati all'ergastolo con tre anni di isolamento diurno. Hanno chiesto un nuovo processo perche', dopo aver confessato di aver commesso l'eccidio per il rancore che negli anni avevano accumulato verso i vicini di casa, gia' in primo grado, hanno ritrattato e proclamato la loro innocenza.
Tutte le notizie sulla strage di Erba
"Non perdonerò mai Rosa e Olindo". Sono le parole di Azouz Marzouk, il tunisino che nella strage dperse il figlio, la moglie e la suocera.
E' stato lontano quasi dieci mesi, espulso dopo una condanna per droga. "Se ho sbagliato chiedo scusa - dice - ma l'Italia è anche il mio Paese. Questa volta che torno in Italia ci rimarrò. Non è per assistere solo al mio processo. Credo che è un mio diritto rimanere in Italia, visto che sono sposato con una cittadina italiana sto per avere un figlio vorrei pure essere un buon padre, assistere alla nascita e assistere a tutto". "Io mi aspetto giustizia - conclude Azouz - solo questo, giustizia".
In aula ci saranno certamente Olindo Romano, ex netturbino, e la moglie Rosa Bazzi, donna di servizio, che per quell'eccidio sono stati condannati all'ergastolo con tre anni di isolamento diurno. Hanno chiesto un nuovo processo perche', dopo aver confessato di aver commesso l'eccidio per il rancore che negli anni avevano accumulato verso i vicini di casa, gia' in primo grado, hanno ritrattato e proclamato la loro innocenza.
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