Processo Mediaset, Cdm non è legittimo impedimento

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I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano hanno respinto la richiesta di legittimo impedimento presentata dagli avvocati del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a partecipare all'udienza del processo per i presunti fondi neri

I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano hanno respinto la richiesta di legittimo impedimento presentata dagli avvocati del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a partecipare all'udienza di oggi del processo per i presunti fondi neri di Mediaset.

Secondo i giudici, gli avvocati non hanno dimostrato che il Consiglio dei ministri di oggi fosse necessario e inderogabile. L'udienza, dunque, va avanti. E' la prima volta, nei processi al premier degli ultimi anni, che i magistrati respingono una sua richiesta di legittimo impedimento. Il pubblico ministero si era opposto alla richiesta della difesa dicendo che non era impedimento quello di oggi e che Berlusconi aveva "ritrattato la propria disponibilità" data in precedenza. A questo punto i giudici si sono riuniti in camera di consiglio e sono usciti dicendo che quello del premier non era legittimo impedimento, anche perché il Cdm era stato convocato in data successiva alla fissazione del calendario d'udienza.
L'udienza è stata poi aggiornata all'8 marzo. Gli avvocati di Berlusconi hanno detto che il premier è impegnato in un viaggio di Stato in Brasile in quella data, e hanno preannunciato una richiesta di legittimo impedimento, a meno che l'udienza non sia di natura organizzativa.

Secondo Nicolò Ghedini, avvocato di Berlusconi e parlamentare del Pdl, "si va verso un sicuro annullamento" del processo. "La Corte Costituzionale non potrà che accogliere un eventuale conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato e annullare tutto il processo. Si va verso un sicuro annullamento. La decisione di oggi di non accogliere il legittimo impedimento è totalmente al di fuori del sistema. E' contraria alla Corte Costituzionale, alla Corte di Cassazione e ad ogni normativa del Codice. E' fuori da ogni logica perché un Consiglio dei ministri non è preventivabile di giorno in giorno", ha detto Ghedini.

Il processo sui diritti tv ha per oggetto la compravendita dei diritti televisivi e cinematografici con società Usa per 470 milioni di euro che sarebbe stata effettuata da Fininvest, società di proprietà della famiglia del presidente del Consiglio, attraverso due società off-shore.

Intanto sabato, il Tribunale di Milano ha respinto la richiesta dei legali di Berlusconi di sospendere il processo in cui il premier è accusato di aver corrotto David Mills, in attesa delle motivazioni della sentenza con cui la Cassazione ha annullato per prescrizione il processo "gemello" all'avvocato britannico. Contestualmente i giudici della decima sezione penale hanno rinviato il processo al prossimo 26 marzo, data in cui si pronunceranno sulle richieste istruttorie presentate dalle parti.

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