Gli uomini dell’antiterrorismo italiano, insieme a colleghi europei, hanno sgominato un’organizzazione terroristica riferibile al Partito dei Lavoratori Curdi, che aveva reso operativi diversi campi per l’addestramento militare e ideologico
Operazione antiterrorismo a Venezia. Gli uomini dell’Ucigos hanno eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere. L’accusa per i fermati è quella di far parte di un'organizzazione per l’indottrinamento e l’addestramento di uomini e donne di etnia curda da inviare a combattere nelle fila del braccio armato del PKK (Partito dei Lavoratori Curdi). A darne notizia in una nota il Prefetto Stefano Berrettoni, direttore centrale della Polizia di Prevenzione (Ucigos).
Le ordinanze hanno riguardato 10 cittadini curdi e Andrea Orlando, italiano di 41 anni, già in carcere a Treviso per reati comuni e considerato un elemento di spicco dell’organizzazione. L’indagine si è svolta tra Italia e Francia e si è estesea a livello europeo coinvolgendo l’antiterrorismo della polizia belga, tedesca e olandese. La base operativa era però in Italia dove si sarebbe trovato il “vero e proprio distretto di reclutamento incaricato di reperire nei paesi europei risorse umane e logistiche da impiegare a favore della guerriglia terroristica da anni portata avanti dal PKK nelle zone di confine turco-irachene".
Tra gli altri destinatari delle ordinanze di custodia, ci sono due donne. Una di queste, già in carcere in Francia, ha ammesso di aver partecipato a un corso di addestramento lo scorso anno dalle parti di Taranto. Mentre nel corso delle indagini gli inquirenti hanno accertato l’esistenza di altri due campi di addestramento, militare e ideologico, nelle campagne vicino Pordenone, chiamati dai “combattenti”: Tugun (matrimoni in turco). Un altro campo si troverebbe in provincia di Pisa, dove gli uomini dell’antiterrorismo hanno rintracciato alcuni dei destinatari dei provvedimenti.
Secondo gli inquirenti italiani e Francesi, Andrea Orlando, sarebbe uno degli uomini al vertice dell’organizzazione. Nel 2006 fu arrestato a bordo di un’ auto rubata nel cui bagagliaio la polizia trovo un fucile mitragliatore, una pistola e numerose munizioni. La polizia transalpina ha accertato che Orlando aveva a disposizione un appartamento a Marsiglia dove sono stati rinvenuti numerosi documenti d’identità falsi, testi di chimica, documenti per la fabbricazione di esplosivi, sostanze chimiche e fili elettrici, oltre a un numeroso archivio contenente materiale propagandistico riferibile alla causa curda contro il governo turco.
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Le ordinanze hanno riguardato 10 cittadini curdi e Andrea Orlando, italiano di 41 anni, già in carcere a Treviso per reati comuni e considerato un elemento di spicco dell’organizzazione. L’indagine si è svolta tra Italia e Francia e si è estesea a livello europeo coinvolgendo l’antiterrorismo della polizia belga, tedesca e olandese. La base operativa era però in Italia dove si sarebbe trovato il “vero e proprio distretto di reclutamento incaricato di reperire nei paesi europei risorse umane e logistiche da impiegare a favore della guerriglia terroristica da anni portata avanti dal PKK nelle zone di confine turco-irachene".
Tra gli altri destinatari delle ordinanze di custodia, ci sono due donne. Una di queste, già in carcere in Francia, ha ammesso di aver partecipato a un corso di addestramento lo scorso anno dalle parti di Taranto. Mentre nel corso delle indagini gli inquirenti hanno accertato l’esistenza di altri due campi di addestramento, militare e ideologico, nelle campagne vicino Pordenone, chiamati dai “combattenti”: Tugun (matrimoni in turco). Un altro campo si troverebbe in provincia di Pisa, dove gli uomini dell’antiterrorismo hanno rintracciato alcuni dei destinatari dei provvedimenti.
Secondo gli inquirenti italiani e Francesi, Andrea Orlando, sarebbe uno degli uomini al vertice dell’organizzazione. Nel 2006 fu arrestato a bordo di un’ auto rubata nel cui bagagliaio la polizia trovo un fucile mitragliatore, una pistola e numerose munizioni. La polizia transalpina ha accertato che Orlando aveva a disposizione un appartamento a Marsiglia dove sono stati rinvenuti numerosi documenti d’identità falsi, testi di chimica, documenti per la fabbricazione di esplosivi, sostanze chimiche e fili elettrici, oltre a un numeroso archivio contenente materiale propagandistico riferibile alla causa curda contro il governo turco.
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