I carabinieri hanno fermato il convivente dell'ex moglie dell'uomo assassinato questa mattina. Il fatto sarebbe stato causato da motivi economici
Soldi. E' questo il movente che ha armato la mano di Carlo D'Elia, 57 anni, accusato dell'omicidio dell'artigiano Antonino Correnti, 63 anni, trovato morto questa mattina in un parcheggio vicino casa, in via Madonna del Pozzo, località Visino alle porte di Valbrona, in provincia di Como.
D'Elia, attuale convivente dell'ex moglie della vittima, ha confessato l'omicidio ai carabinieri e al sostituto procuratore di Como, Antonio Nalesso, spiegando di aver usato una pistola, poi gettata nel lago del Segrino. Un'arma, calibro 7.65, non ancora trovata. "Non ho più un soldo per causa sua", l'accusa del 57enne da tempo in contrasto con la vittima. D'Elia e la vittima avevano avuto dei contrasti sia per il mantenimento del figlio disabile di Correnti, rimasto a vivere con la madre, sia per questioni di carattere professionale.
Entrambi specializzati nella posa di pavimenti, la vittima avrebbe 'soffiato' alcuni lavori al 'rivale'. Erano le 7.40 quando un muratore che sta lavorando in un cantiere vicino alla Chiesa parrocchiale, dietro al cimitero, ha notato il corpo del 63enne originario di Enna, incensurato, divorziato e padre di tre figli. Il cadavere, con una grossa ferita alla testa, era accanto al furgone dell'artigiano dove l'omicida lo ha atteso e freddato, come in un vero e proprio agguato.
D'Elia, attuale convivente dell'ex moglie della vittima, ha confessato l'omicidio ai carabinieri e al sostituto procuratore di Como, Antonio Nalesso, spiegando di aver usato una pistola, poi gettata nel lago del Segrino. Un'arma, calibro 7.65, non ancora trovata. "Non ho più un soldo per causa sua", l'accusa del 57enne da tempo in contrasto con la vittima. D'Elia e la vittima avevano avuto dei contrasti sia per il mantenimento del figlio disabile di Correnti, rimasto a vivere con la madre, sia per questioni di carattere professionale.
Entrambi specializzati nella posa di pavimenti, la vittima avrebbe 'soffiato' alcuni lavori al 'rivale'. Erano le 7.40 quando un muratore che sta lavorando in un cantiere vicino alla Chiesa parrocchiale, dietro al cimitero, ha notato il corpo del 63enne originario di Enna, incensurato, divorziato e padre di tre figli. Il cadavere, con una grossa ferita alla testa, era accanto al furgone dell'artigiano dove l'omicida lo ha atteso e freddato, come in un vero e proprio agguato.