Gruppo choc su Facebook contro bambini con sindrome di Down

Cronaca
Facebook Privacy

Petizione immediata da altri internauti per fare chiudere gruppo. Il ministro Carfagna: i responsabili saranno perseguiti. In corso verifiche della polizia postale

E' comparso su Facebook un nuovo gruppo choc che propone di giocare al tiro al bersaglio con i bambini down. In poche ore il gruppo è riuscito a raccogliere migliaia di iscritti, ma anche la controffensiva del popolo della Rete che ha bersagliato di insulti gli ignoti promotori dell'iniziativa.
Il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna ha assicurato che i responsabili saranno perseguiti.

Dal gruppo 'Uccidiamo Berlusconi' oscurato all'indomani dell'aggressione al presidente del Consiglio in piazza Duomo, fino al più recente, chiuso perché rivolgeva lo stesso tipo di minacce al concorrente del Gf 10, Mauro Marin, l'elenco delle pagine Facebook che hanno destato e continuano a destare indignazione non si contano.
Sono centinaia infatti i gruppi 'choc' che popolano il più frequentato dei social network.
Si va dai pù  noti gruppi di amici della mafia come 'Quelli che stimano zio Toto' Riina' a quelli che vorrebbero 'Bernardo Provenzano libero' o 'senatore a vita e pure santo'. Per arrivare ai gruppi che negano la shoah, oscurati solo in parte dai gestori del social network perché gli altri - comunque sotto osservazione - non hanno al momento v

La polizia postale sta dunque monitorando il social network Facebook dopo l'ennesimo caso-choc  esploso sul social network con il gruppo contro i bambini down, per cercare di individuare chi lo ha aperto e fare in modo che possa esser rimosso il prima possibile.
Ma non è facile, spiegano gli esperti, intervenire per bloccare pagine e siti su internet. In particolare, per rimuovere le pagine di Facebook, sarebbe necessario agire tramite rogatoria internazionale che deve essere richiesta dalla magistratura: il server su cui 'gira' Facebook è a Palo Alto, in California e dunque l'Italia non può intervenire direttamente. Si può invece chiedere alla società americana - grazie agli accordi di collaborazione - la chiusura della pagina in tempi rapidi. Ed e' quello che probabilmente succederà, visto che nei casi simili avvenuti in passato, il social network ha accolto le richieste provenienti dall'Italia.

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