Grave il bilancio delle vittime della montagna che ha caratterizzato l’ultimo week end in Italia e Svizzera. Il governo è corso ai ripari con un emendamento a un Ddl per chi provoca una valanga. Ma non mancano le critiche da parte degli esperti
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Si aggrava il bilancio delle vittime della montagna. L’ultima vittima e deceduta ieri sera all’ospedale Gerardo di Monza. Stefano Magili, 45 anni, era stato travolto da una slavina in val Seriana in provincia di bergamo, ed era rimasto sotto la neve per oltre due ore. Con quest’ultima vittima il bilancio dei morti nell’ultimo week and sulle montagne italiane, a causa delle valanghe, è salito a nove. 15 in Svizzera, a causa di comportamenti sconsiderati degli amanti della montagna, troppi soccorritori impegnati nei soccorsi, troppi rischi insomma per chi decide di passare una giornata tra la neve. Sono invece stazionarie le condizioni di dello sciatore di 48 anni di Pordenone, travolto dalla neve nella zona di Alpago, mentre un amico che si trovava con lui sulle piste è deceduto.
Stando al Bollettino neve e valanghe regionale: il Pericolo valanghe è marcato (grado tre su una scala di cinque) in tutta la Valle d'Aosta dove, nell'ultimo fine settimana, "venti settentrionali moderati, localmente forti in quota, hanno rimaneggiato nuovamente il manto nevoso determinando la formazione di nuovi accumuli sui versanti meridionali ed orientali".
A partire da questo pomeriggio e fino a domani mattina è previsto un peggioramento del tempo con deboli nevicate per lo più sui rilievi nord-occidentali. Nei prossimi giorni ci si aspetta una progressiva diminuzione dell'attività valanghiva spontanea: "Solo nei settori maggiormente interessati dalle deboli nevicate attese - si legge nel bollettino - sarà possibile un momentaneo aumento in particolare sui pendii ripidi dove potranno verificarsi scaricamenti di neve a debole coesione".
Massima attenzione è consigliata agli escursionisti per la "presenza di accumuli di recente e vecchia formazione mascherati dalla neve fresca, prevalentemente alle esposizioni meridionali e orientali, oltre il limite del bosco". In tali localizzazioni, in particolare in corrispondenza dei cambi di pendenza e sui pendii in prossimità di creste e colli, il distacco provocato di lastroni di superficie, anche di medie dimensioni, è possibile al passaggio del singolo sciatore”. Resta alta, anche per i prossimi giorni, l'attenzione sul pericolo valanghe su tutto l'Arco alpino e sull'Appennino Centrale, a causa del forte vento, dei brevi rialzi termici delle ultime 72 ore e della formazione di strati di brina di profondità che rendono particolarmente instabile il manto nevoso. Il Corpo Forestale dello Stato informa che il distacco di slavine potrebbe verificarsi anche solo per il passaggio a piedi di un singolo escursionista.
Proprio per questo il Corpo forestale continua a sconsigliare le uscite fuori pista e raccomanda a chiunque si trovi in montagna di consultare sempre i bollettini quotidiani del Servizio Meteomont sul sito www.meteomont.org o attraverso il numero di emergenza ambientale 1515. E il Soccorso alpino ribadisce un semplice consiglio: "mai osare troppo, la montagna va avvicinata prendendo tutte le precauzioni". Insomma i rischi potrebbero diminuire drasticamente se tutti seguissero le semplici regole che gli esperti continuano a ripetere anche perché l'allarme valanghe non tende a scendere.
Il governo è intervenuto con un emendamento al decreto legge emergenze in discussione al Senato, che prevede il carcere per chi provoca una valanga con vittime e 5.000 euro di multa per chi ignora le indicazioni di pericolo del bollettino valanghe. Ma non tardano ad arrivare le critiche, in particolare Reinhold Messner afferma che "la minaccia di multe e carcere per chi provoca una valanga è una reazione isterica. Con iniziative legislative di questo genere si uccide l'alpinismo", continua il re degli ottomila che propone invece un "dibattito con alpinisti, guide, giudici e politici per stabilire dove finisce il turismo e dove inizia l'alpinismo". E il Codacons aggiunge che si tratterebbe di "un provvedimento ridicolo. Per chi provoca valanghe e morti esiste già il codice penale. Per chi, invece, provoca danni, ad esempio costringendo lo Stato a mobilitare centinaia di soccorritori, esiste già il codice civile".
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