La Feltrinelli di Palermo aderisce alla lista pizzo-free

Cronaca
Nella foto la mappa di Palermo "Pizzo-free" realizzata in collaborazione con l'Associazione Addiopizzo
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Pubblicata oggi la nuova guida dei commercianti che non pagano il pizzo a Palermo. Adesioni in aumento ma continuano a mancare all’appello i negozi del salotto della città. E Addiopizzo accusa: “Confcommercio, Confesercenti e Cna ci boicottano”

di Luca Di Garbo

C’è anche la Feltrinelli nella nuova guida del consumo critico promossa dal Comitato Addiopizzo e che è stata presentata oggi a Palermo. Una lista in cui figurano gli operatori economici “pizzo free” ovvero coloro i quali hanno dichiarato pubblicamente di non pagare il consueto dazio a cosa nostra. Dalle trattorie alle imprese edili, dai panifici ai liberi professionisti sono saliti a 419 gli imprenditori e i commercianti che aderiscono alla campagna “Contro il pizzo cambia i consumi”, a sostenerli con i loro acquisti le diecimila persone che hanno firmato il manifesto del cittadino/consumatore per la legalità e lo sviluppo.

“Con l’adesione di Feltrinelli la nostra lista si arricchisce sempre di più”, sottolinea Daniele Marannano vice presidente di Addiopizzo, “tuttavia constatiamo con rammarico l’assenza di tutte quelle prestigiose boutique ed attività commerciali che campeggiano nel ‘salotto bene’ di via Ruggero Settimo e Via Libertà, un’assenza che pesa e che sovrespone gravemente chi invece ha maturato la forza di denunciare”.

La lacuna di molti operatori economici del centro storico di Palermo si somma a quella delle “aree franche” della città in cui la presenza del pizzo soffoca la quasi totalità delle attività commerciali. Negli ultimi tempi il comitato Addiopizzo ha registrato comunque l’adesione di importanti realtà economiche, un enorme successo soprattuto perché ottenuto da un movimento spontaneo nato dal basso e culturalmente impensabile fino a qualche anno fa.

Nonostante il periodo sia favorevole ai commercianti per dire no al ricatto di Cosa Nostra, Addiopizzo lamenta lo scarso impegno di diverse associazioni di categoria che pure dovrebbero figurare in prima fila nella lotta senza quartiere alle estorsioni mafiose: “da parte di Confcommercio, Confesercenti e Cna ci sentiamo boicottati”, accusa Marannano, “non hanno portato nemmeno un commerciante ad aderire alla nostra campagna. Non vogliamo nessuna esclusiva sul fronte della lotta al racket, desideriamo solo che ciascuno faccia la propria parte e loro  ad oggi non hanno fatto abbastanza. Basterebbe guardare il numero delle denunce per capire che ci ritroviamo isolati”.

 

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