Espulso dall'ordine il magistrato di Camerino che per mesi si è rifiutato di tenere udienze nelle aule giudiziarie in cui era esposto il simbolo religioso
Luigi Tosti, il magistrato di Camerino (Macerata) divenuto famoso perché si rifiutava di tenere udienze nelle aula nelle quali è esposto il crocifisso, è stato rimosso dall'ordine giudiziario. La decisione è stata presa oggi dalla sezione disciplinare del Csm.
Il magistrato, noto alle cronache come il 'giudice anti- crocifisso', era già stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio dal 2006, ed ora, dopo il verdetto di stamattina, non potrà piu' vestire la toga.
Tosti è stato dunque rimosso per non aver tenuto udienza in tutto il periodo compreso dal maggio del 2005 al gennaio del 2006.
Il magistrato si era difeso spiegando di averlo fatto per la presenza del crocifisso nell'aula giudiziaria, che lui contestava. E aveva anche spiegato che finché il crocifisso non fosse stato rimosso avrebbe continuato con questo comportamento.
Una posizione che ha convinto la sezione disciplinare del Csm a ricorrere al più drastico provvedimento, perché configurava il rifiuto di compiere atti connessi all'attività giudiziaria.
In tal modo, spiega la Procura generale della Cassazione, rilevando che "tale condotta era persistita nonostante la messa a disposizione da parte del Presidente del Tribunale di un'aula priva di simboli religiosi", Tosti "è venuto meno al dovere fondamentale di svolgimento della funzione" ed ha "compromesso la credibilita' personale ed il prestigio dell'istituzione giudiziaria".
In sede penale Tosti era stato assolto per questa stessa vicenda dall'accusa di omissione di atti d'ufficio, ma solo perché il magistrato era stato sostituito e dunque le udienze erano state regolarmente celebrate.
Dura la reazione di Tosti che ha dichiarato che con la sentenza del Csm "oggi si è scritta una pagina nera per la laicità dello Stato italiano". annunciando inoltre che impugnerà questo verdetto "prima davanti alle sezioni unite civili della Cassazione, poi, se sarà confermata una sentenza negativa, mi rivolgerò alla Corte europea".
Tosti afferma che "applicando il diritto, non mi aspettavo questa sentenza, ora vedremo le motivazioni. Certo il verdetto di oggi avrà ripercussioni anche sulla richiesta sulla questione del crocifisso che l'Italia vuole inoltrare alla Grande Camera". L'ex magistrato, quindi, ribadisce la sua tesi: "Nessuno puo' essere obbligato a subire una violazione di diritti inviolabili ne' a violare quelli degli altri, e nemmeno il principio costituzionale supremo di laicità".
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Il magistrato si era difeso spiegando di averlo fatto per la presenza del crocifisso nell'aula giudiziaria, che lui contestava. E aveva anche spiegato che finché il crocifisso non fosse stato rimosso avrebbe continuato con questo comportamento.
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In tal modo, spiega la Procura generale della Cassazione, rilevando che "tale condotta era persistita nonostante la messa a disposizione da parte del Presidente del Tribunale di un'aula priva di simboli religiosi", Tosti "è venuto meno al dovere fondamentale di svolgimento della funzione" ed ha "compromesso la credibilita' personale ed il prestigio dell'istituzione giudiziaria".
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