Gela, Cosa Nostra voleva uccidere l’ex sindaco

Cronaca
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La polizia ha sventato un piano del clan Emmanuello, che mirava ad eliminare l’eurodeputato del Pd Rosario Crocetta. Per le indagini fondamentali le dichiarazioni di un pentito. L’ex sindaco: "Non ho mai perduto la calma"

“Non ho mai perduto la calma e non la perdo neanche adesso. Continuerò a portare avanti con forza la battaglia contro il malaffare”. Lo dice a SKY TG24 l’ex sindaco di Gela Rosario Crocetta, nel mirino di Cosa Nostra che stava organizzando un piano per uccidere l’eurodeputato del Pd e la sorella del Gup Giovanbattista Tona, in servizio al Tribunale di Caltanissetta. Un piano sventato dalla Dda e dalla sezione "Criminalità organizzata" della Squadra Mobile di Caltanissetta in collaborazione con il Commissariato di Gela.

In nottata sono state eseguite cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip Marcello Testaquadra nei confronti di altrettanti affiliati al clan mafioso Emmanuello di Gela. Notificati inoltre avvisi di garanzia ad altri quattro fedelissimi della cosca.

Il progetto doveva scattare questo mese, in attesa degli esiti di un processo che il giudice Tona sta celebrando nei confronti di otto affiliati del clan Emmanuello, arrestati nell'ambito dell'operazione "Genesi" per la guerra di mafia che insanguinò Gela negli anni novanta. Tra gli imputati vi sono anche Alessandro e Davide Emmanuello, fratelli di Daniele Emmanuello, il boss latitante dal 1993 che rimase ucciso nel 2007 nelle campagne di Enna durante un conflitto a fuoco con la polizia che aveva individuato il suo rifugio.

Già nel 2006 Cosa Nostra aveva pianificato l'omicidio di Crocetta, allora sindaco di Gela, per la sua netta azione di contrasto della mafia e a favore della legalità. Il clan Emmanuello voleva anche uccidere la sorella del giudice Tona, ma per un errore di persona aveva preso di mira una cugina di secondo grado dello stesso magistrato, ex vicedirettore di banca a Mussomeli.

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