La diciasettenne ritrovata questa mattina a Pesaro. Il padre, arrestato, le voleva imporre un matrimonio combinato. Indagato anche il fratello sedicenne
E' stata ritrovata poco fa vicino Pesaro, in buone condizioni di salute, A, M., la ragazza pachistana di 17 anni rapita ieri dal padre da un cento di accoglienza di Fano, al quale era stata affidata dal Tribunale dei Minori. Il padre, Akatar Mahmood, 40 anni, è stato arrestato, così come la madre, accusta di concorso in sequestro di persona. Indagato anche il fratello sedicenne della ragazza. Su di lui dovrà decidere il tribunale dei minori.
Secondo le prime informazioni raccolte, all'origine del rapimento c'era la volontà del genitore della giovane di costringerla a sposare un connazionale, contro la volontà di lei. Subito dopo il sequestro, la ragazza era stata portata a Roma e da lì ricondotta nel Pesarese, dove stamani, nei pressi di Casinine, è stata ritrovata. La famiglia sembra fosse diretta nel Bolognese, nel tentativo di far perdere le proprie tracce.
In questo momento, la ragazza e il Akatar Mahmood si trovano presso la caserma dei Carabinieri di Pesaro. Ieri mattina attorno alle 13,30 la ragazza era stata caricata a forza sull'auto di famiglia, una Chevrolet-Daewoo station-wagon dal padre e da un'altra persona. La vettura l'aveva attesa nei pressi della comunita' 'Fenice' della Onlus Cante di Montevecchio di Fano (Pesaro-Urbino), dove la ragazza si trovava dalla primavera scorsa per disposizione della magistratura minorile. La ragazza stava rientrando da scuola, l'istituto commerciale 'Cesare Battisti', ed era sola. Aveva tentato di chiedere aiuto ma i suoi rapitori erano stati piu' veloci ed erano riusciti ad allontanarsi prima dell'arrivo dei soccorsi. Alla scena aveva assistito un consigliere comunale che aveva dato l'allarme.
La diciassettenne era stata vittima di ripetuti maltrattamenti e imposizioni da parte del genitore, che non accettava il suo modo di vivere "troppo occidentale". Nell'aprile scorso il padre l'aveva picchiata fino a mandarla in ospedale. Era scattata una segnalazione ai servizi sociali e il Tribunale dei Minori aveva affidato la ragazzina ad una comunita' di accoglienza. Akatar Mahmood aveva fatto ricorso in Corte d'appello ma la diciassettenne aveva implorato i magistrati di trovarle una sistemazione alternativa alla famiglia. E così era stata affidata alla 'Fenice', dove si era subito ambientata, riprendendo anche la scuola.
Secondo le prime informazioni raccolte, all'origine del rapimento c'era la volontà del genitore della giovane di costringerla a sposare un connazionale, contro la volontà di lei. Subito dopo il sequestro, la ragazza era stata portata a Roma e da lì ricondotta nel Pesarese, dove stamani, nei pressi di Casinine, è stata ritrovata. La famiglia sembra fosse diretta nel Bolognese, nel tentativo di far perdere le proprie tracce.
In questo momento, la ragazza e il Akatar Mahmood si trovano presso la caserma dei Carabinieri di Pesaro. Ieri mattina attorno alle 13,30 la ragazza era stata caricata a forza sull'auto di famiglia, una Chevrolet-Daewoo station-wagon dal padre e da un'altra persona. La vettura l'aveva attesa nei pressi della comunita' 'Fenice' della Onlus Cante di Montevecchio di Fano (Pesaro-Urbino), dove la ragazza si trovava dalla primavera scorsa per disposizione della magistratura minorile. La ragazza stava rientrando da scuola, l'istituto commerciale 'Cesare Battisti', ed era sola. Aveva tentato di chiedere aiuto ma i suoi rapitori erano stati piu' veloci ed erano riusciti ad allontanarsi prima dell'arrivo dei soccorsi. Alla scena aveva assistito un consigliere comunale che aveva dato l'allarme.
La diciassettenne era stata vittima di ripetuti maltrattamenti e imposizioni da parte del genitore, che non accettava il suo modo di vivere "troppo occidentale". Nell'aprile scorso il padre l'aveva picchiata fino a mandarla in ospedale. Era scattata una segnalazione ai servizi sociali e il Tribunale dei Minori aveva affidato la ragazzina ad una comunita' di accoglienza. Akatar Mahmood aveva fatto ricorso in Corte d'appello ma la diciassettenne aveva implorato i magistrati di trovarle una sistemazione alternativa alla famiglia. E così era stata affidata alla 'Fenice', dove si era subito ambientata, riprendendo anche la scuola.