Rosarno, non è sempre stata guerra

Cronaca
Rosarno, un gruppo di immigrati ospitati in una fabbrica dismessa
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In un video del primo gennaio si vedono i migranti di Gioia Tauro assistere alla Marcia della Pace insieme alla comunità calabrese. Diversi collettivi e cittadini sono sempre stati dalla loro parte. Ma ora la battaglia dalle strade si sposta su Facebook

di Luca Di Garbo

War is over. La guerriglia sembra placata e a Rosarno sembra tornata la calma dopo che 300 stranieri sono stati trasferiti nella notte a Crotone. Secondo il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, ad aver animato la rabbia dei cittadini calabresi “c’è anche qualcos’altro, qualcosa che sfugge al controllo”.
Tutto fa pensare che, nel cosiddetto “Comitato dei cittadini”, c’è chi abbia voluto soffiare sul fuoco.

Già, perché War is over erano anche le note risuonate la notte del primo dell’anno, appena pochi giorni fa, in una chiesa stracolma di gente di tutte le razze. Calabresi ed immigrati, l’uno accanto all’altro come si vede nelle immagini di un video postato solo pochi giorni fa su Facebook. Riecheggiano le note di John Lennon. I migranti della piana di Gioia Tauro sono lì. In tanti hanno risposto presente all’annuale “Marcia della Pace” organizzata dal parroco di San Giorgio Morgeto, un paese a pochi chilometri da Rosarno. Loro sono tutti spalmati tra gli scalini dell’altare e i banchi adiacenti. C’è chi sorride, chi è assorto, chi va a tempo di musica. La banda esegue il popolarissimo “Happy Xmas, War is over”.
Un messaggio che all’indomani dello scoppio dei furiosi scontri di Rosarno, non può che suonare come una beffarda stonatura. E a rivedere quei volti sorridenti,quella idillica integrazione tra comunità calabrese e stranieri solo pochi giorni fa, viene da pensare che - come dice oggi il prefetto - dietro agli scontri ci possa essere dell’altro.

Lo dimostra il fatto che molti calabresi si sono sempre dati da fare per aiutare gli immigrati della Piana. Su Facebook sulla pagina del gruppo “Gli africani salveranno Rosarno” sono 2700 gli iscritti, gran parte dei quali fanno parte  dell’“Osservatorio Migranti Africalabria”, un collettivo che mira a “promuovere percorsi di integrazione, a informare correttamente, a sfatare i luoghi comuni sul fenomeno dell’immigrazione e a contrastare ogni forma di razzismo”.

La presenza sulla rete è solo l’appendice di ciò che è un attivismo quotidiano sul campo, in quella fabbrica dismessa in cui vivono quelli che vengono chiamati affettuosamente “i ragazzi”. “I ragazzi vanno letteralmente matti per il calcio” - si legge ad esempio su un post - “tra qualche giorno inizia la Coppa d'Africa. Vedere le partite sarebbe per loro una gioia immensa e allora abbiamo pensato ad un bel regalo: dar loro la possibilità di guardare le partite in tv!”. Stella scrive lo scorso 6 gennaio: “In un solo giorno siamo riusciti a raccogliere la somma necessaria per acquistare tre Jambè”.
Ma sono anche numerose le foto su Fb che testimoniano la costante attenzione dei calabresi nei confronti di questa realtà e la riconoscenza dei migranti, come quelle dell’iniziativa dell’associazione multiculturale “Mammalucco” che ha organizzato, lo scorso 29 dicembre, la “Zuppa Calafrica” ovvero la preparazione di pasti caldi per 800 persone.

Ma la guerriglia di Rosarno, come prevedibile, ha scatenato tra l’altro anche la nascita di una baraonda di gruppi e discussioni su Facebook, tra questi: “Rivolta immigrati Rosarno: non giustificateli!”“Anche a Rosarno vogliamo l’iniziativa White Christmas” e “Solidarietà agli immigrati di Rosarno”.

Discorso a parte merita la pagina Facebook dedicata all’iniziativa “Primo Marzo 2010 sciopero degli stranieri”, il gruppo che si propone di organizzare - in concomitanza con lo sciopero degli immigrati in Francia - una manifestazione di protesta anche in Italia. “Questi imprenditori schiavizzavano i clandestini”, scrive Erika Montoya, “noi vogliamo manifestare per questo, non vogliamo più schiavitù, odio e maltrattamenti agli stranieri perché casi come questi possono ancora accadere, come frutto dell'intolleranza razzista”. Continua Almir “quel che è successo a Rosarno è una ragione in più per appoggiare l'iniziativa dello sciopero degli stranieri”.  E ancora: “se tutte le persone avessero la possibilità di esigere i propri diritti, pensate che questi imprenditori mafiosi potrebbero ridurre alla schiavitù qualcuno?”.

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