E' ormai una corsa contro il tempo nelle zone alluvionate toscane, per evitare che si innalzi ulteriormente il livello del lago di Massaciuccoli. Intanto sulla rottura dell'argine del fiume Serchio le procure di Lucca e di Pisa hanno aperto un fascicolo
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L'ITALIA SOTTO LA NEVE: L'ALBUM FOTOGRAFICO
Dopo il sopralluogo nelle province alluvionate di Lucca e Pisa, il capo della Protezione civile Guido Bertolaso ha dichiarato che la priorità assoluta è il ripristino dell'argine del fiume Serchio per reggere alle possibili piene, previste per i prossimi giorni a causa di nuove precipitazioni. Ricordando che lo stato di emergenza verrà dichiarato dal governo allla prima riunione utile, Bertolaso ha invitato gli entio locali ad agire come se fosse già in atto. I danni stimati in 40 milioni di euro diventerebbero incalcolabili se con le piogge previste il lago formatosi Nodica, per le esondazioni del 25 dicembre, si saldasse a nord con quello di Massacciuccoli. Resta altissimo, intanto, il rischio frane, che, a tutt'oggi, sono ottantacinque nella sola Lucchesia.
Intanto, i carabinieri di Pisa hanno inoltrato alla procura una comunicazione ipotizzando il reato di disastro colposo, dopo la rottura dell'argine del fiume Serchio a Nodica (Pisa). I magistrati pisani ora avranno il compito di accertare se esistono responsabilità per l'esondazione. In particolare, gli inquirenti dovranno stabilire se la frattura dell'argine sia dovuta a cattiva manutenzione o comunque alla responsabilità dell'uomo, o se invece sia stato un evento eccezionale, imprevedibile e naturale.
Analogo fascicolo sarà aperto in procura a Lucca, ovviamente contro ignoti, per le fratture dell'argine del Serchio a Santa Maria a Colle, nel comune di Lucca. Si tratta, dicono in procura, "di un atto dovuto".
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