Sul social network nascono gruppi a difesa dei minori o contro i maltrattamenti contro gli animali. Ma a dispetto delle buone intenzioni gli utenti sfoderano un'inaspettata ferocia svelando la loro natura da troll
di David Saltuari
Oltre 230.000 iscritti in pochi giorni è quanto ha raggiunto il gruppo di Facebook che chiede l'ergastolo per le maestre dell'asilo Cip e Ciop di Pistoia. Un vero e proprio record, se si considera che si è costruito sul semplice passaparola e se si somma a tutte le migliaia di iscritti a gruppi simili. Nessun altro caso di cronaca è riuscito a raggiungere simili cifre. Il delitto di Garlasco o la strage di Erba hanno interessato su Facebook pochi utenti. Neanche Amanda Knox, che può contare su un "pubblico" internazionale, è riuscita a superare le poche migliaia di iscritti.
Il gruppo dedicato ai fatti di Pistoia si inserisce però nella linea di quei, tanti, gruppi nati per dichiararsi a favore dei minori o contro la pedofilia. Gruppi uniti, più che dalle buone intenzioni, dalla ferocia espressa dai loro iscritti. Come se la manifesta innocenza dei bambini possa autorizzare ogni affermazione, gli iscritti a questi gruppi si sentono moralmente autorizzati a tirare fuori il peggio di sè
Un'utente scrive "Io sono contro la pena di morte,ma questo è uno di quei casi in cui ucciderei senza pensarci due volte", un altro, più lapidario "massacratele", altri si augurano un linciaggio "che le diano alle altre detenute sanno loro cosa fare maledeteeeeeeeeeeeee".
I più articolati "io le attaccherei entrambe su un palo in mezzo ad una qualunque piazza alla merce delle persone delle mamme e dei papa per ricevere lo stesso se nn peggiore trattamento che anno ricevuto quei poveri bambini se solo potessero parlare quelle povere creature, non dovrebbero avere nemmeno il diritto di essere trattate come persone...". A nessun sembra sfiorare il dubbio che scrivere in rete non è come parlare ad alta voce al bar. Le frasi resteranno sul web, associate per sempre a nome e cognome di chi le ha scritte. Ma la privacy sembra essere l'ultimo dei problemi per gli utenti.
Certi commenti sono di una violenza tale che non pochi, tra gli utenti, hanno iniziato a chiedere la chiusura del gruppo stesso. Eppure casi simili ce ne sono a migliaia sul social network. Che si tratti della difesa di bambini o contro i maltrattamenti sugli animali, quando il prendere posizione appare facile e aproblematico (chi mai sarebbe a favore dei maltrattamenti sugli animali), questi gruppi diventano un luogo in cui sfogare collettivamente una propria rabbia ancestrale.
In un gruppo nato per protestare contro le uccisioni degli animali in Cina, tutti gli iscritti, senza lasciarsi prendere dal dubbio anche nei macelli italiani gli animali non vengono trattati con i guanti bianchi, scrivono frasi come "li odio a morteeeeeeeeeeeeeeeee.....vorreiii..ke loro facessero la stessa fineeeeeee....dovetee moriree pezzi di merdaaaaaaaaaaaaaaaaa", oppure "MALEDETTI BASTARDIIIII......VORREI VEDERE SE LO FACESSERO AI VOSTRI FIGLI,OPP A VOI STESSI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!(a voi stessi sarebbe da fare)KE DIO VI MALEDICA.(e poi ci lamentiamo ke gli animali ci aggrediscono.........!!!!!!)".
Certe volte nasce una specie di solidarietà tra utenti, per segnalarsi nuovi gruppi dove sfogare la propria rabbia. Scrive un utente "io ho fatto un gruppo contro le maestre che hanno picchiato dei bambini di 10,14 mesi xk nn volevano mangiare aiutatemi iscivetevi a (contro le maestre di pistoia) VI PREGO". La richiesta non si fa attendere, si passa da un gruppo all'altro, purificati nell'idea di difendere una causa che si ritiene indubitabilmente giusta e liberi di dare sfogo ad una violenza covata da chissà quanti mesi.
Certe volte non c'è neanche bisogno di un motivo reale per aggregare le persone. Il gruppo Sono contro i gruppi pedofili che si trovano su Facebook! FERMIAMOLI !! è nato e si è sviluppato nonostante gruppi simili non siano mai esistiti sul social network. A qualche utente il sospetto viene anche, ma nel dubbio lancia comunque una stoccata ""nn sapevo ke su facebook ci sono gruppi simili.....porca miseria ke skif0!!! vi prego uniamoci tutti x fermare questa crudelta'!!!!!!", mentre gli altri commenti si limitano a sciorinare tutte le punizioni corporali che si vorrebbero lanciare contro chi apre simili gruppi.
Insomma, neanche i più recenti social network si riescono a salvare dal Troll, la piaga più antica e feroce che la rete conosca. A consolare gli utenti più tradizionali il fatto che, almeno questo volta, i troll sembrano trovarsi solo tra di loro e si nutrono a vicenda.
E tu cosa ne pensi? Discutene nel forum di SKY.it
Oltre 230.000 iscritti in pochi giorni è quanto ha raggiunto il gruppo di Facebook che chiede l'ergastolo per le maestre dell'asilo Cip e Ciop di Pistoia. Un vero e proprio record, se si considera che si è costruito sul semplice passaparola e se si somma a tutte le migliaia di iscritti a gruppi simili. Nessun altro caso di cronaca è riuscito a raggiungere simili cifre. Il delitto di Garlasco o la strage di Erba hanno interessato su Facebook pochi utenti. Neanche Amanda Knox, che può contare su un "pubblico" internazionale, è riuscita a superare le poche migliaia di iscritti.
Il gruppo dedicato ai fatti di Pistoia si inserisce però nella linea di quei, tanti, gruppi nati per dichiararsi a favore dei minori o contro la pedofilia. Gruppi uniti, più che dalle buone intenzioni, dalla ferocia espressa dai loro iscritti. Come se la manifesta innocenza dei bambini possa autorizzare ogni affermazione, gli iscritti a questi gruppi si sentono moralmente autorizzati a tirare fuori il peggio di sè
Un'utente scrive "Io sono contro la pena di morte,ma questo è uno di quei casi in cui ucciderei senza pensarci due volte", un altro, più lapidario "massacratele", altri si augurano un linciaggio "che le diano alle altre detenute sanno loro cosa fare maledeteeeeeeeeeeeee".
I più articolati "io le attaccherei entrambe su un palo in mezzo ad una qualunque piazza alla merce delle persone delle mamme e dei papa per ricevere lo stesso se nn peggiore trattamento che anno ricevuto quei poveri bambini se solo potessero parlare quelle povere creature, non dovrebbero avere nemmeno il diritto di essere trattate come persone...". A nessun sembra sfiorare il dubbio che scrivere in rete non è come parlare ad alta voce al bar. Le frasi resteranno sul web, associate per sempre a nome e cognome di chi le ha scritte. Ma la privacy sembra essere l'ultimo dei problemi per gli utenti.
Certi commenti sono di una violenza tale che non pochi, tra gli utenti, hanno iniziato a chiedere la chiusura del gruppo stesso. Eppure casi simili ce ne sono a migliaia sul social network. Che si tratti della difesa di bambini o contro i maltrattamenti sugli animali, quando il prendere posizione appare facile e aproblematico (chi mai sarebbe a favore dei maltrattamenti sugli animali), questi gruppi diventano un luogo in cui sfogare collettivamente una propria rabbia ancestrale.
In un gruppo nato per protestare contro le uccisioni degli animali in Cina, tutti gli iscritti, senza lasciarsi prendere dal dubbio anche nei macelli italiani gli animali non vengono trattati con i guanti bianchi, scrivono frasi come "li odio a morteeeeeeeeeeeeeeeee.....vorreiii..ke loro facessero la stessa fineeeeeee....dovetee moriree pezzi di merdaaaaaaaaaaaaaaaaa", oppure "MALEDETTI BASTARDIIIII......VORREI VEDERE SE LO FACESSERO AI VOSTRI FIGLI,OPP A VOI STESSI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!(a voi stessi sarebbe da fare)KE DIO VI MALEDICA.(e poi ci lamentiamo ke gli animali ci aggrediscono.........!!!!!!)".
Certe volte nasce una specie di solidarietà tra utenti, per segnalarsi nuovi gruppi dove sfogare la propria rabbia. Scrive un utente "io ho fatto un gruppo contro le maestre che hanno picchiato dei bambini di 10,14 mesi xk nn volevano mangiare aiutatemi iscivetevi a (contro le maestre di pistoia) VI PREGO". La richiesta non si fa attendere, si passa da un gruppo all'altro, purificati nell'idea di difendere una causa che si ritiene indubitabilmente giusta e liberi di dare sfogo ad una violenza covata da chissà quanti mesi.
Certe volte non c'è neanche bisogno di un motivo reale per aggregare le persone. Il gruppo Sono contro i gruppi pedofili che si trovano su Facebook! FERMIAMOLI !! è nato e si è sviluppato nonostante gruppi simili non siano mai esistiti sul social network. A qualche utente il sospetto viene anche, ma nel dubbio lancia comunque una stoccata ""nn sapevo ke su facebook ci sono gruppi simili.....porca miseria ke skif0!!! vi prego uniamoci tutti x fermare questa crudelta'!!!!!!", mentre gli altri commenti si limitano a sciorinare tutte le punizioni corporali che si vorrebbero lanciare contro chi apre simili gruppi.
Insomma, neanche i più recenti social network si riescono a salvare dal Troll, la piaga più antica e feroce che la rete conosca. A consolare gli utenti più tradizionali il fatto che, almeno questo volta, i troll sembrano trovarsi solo tra di loro e si nutrono a vicenda.
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