Garlasco, il pm: condannate Stasi a 30 anni di reclusione

Cronaca
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Questa la richiesta dell'accusa per il ragazzo unico indagato per la morte di Chiara Poggi uccisa il 13 agosto 2007. Una condanna, senza attenuanti, che è il massimo della pena prevista in caso di processo con il rito abbreviato

Trent'anni di carcere per Alberto Stasi. E' questa la richiesta pronunciata dal pm Rosa Muscio al gup di Vigevano Stefano Vitelli, chiamato ad emettere il verdetto sul biondino di Garlasco, accusato dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi.

Una condanna, senza attenuanti, che è il massimo della pena prevista in caso di processo con il rito abbreviato. Al termine della requisitoria il pm ha chiesto che Alberto venga condannato perché contro di lui c'è un quadro indiziario "grave e preciso" che lo rende l'unico responsabile del delitto del 13 agosto 2007.

Per oltre 4 ore l'accusa ha ricostruito la mattina del delitto e ha fissato l'orario della morte dopo le 12.20, consentendo così di dimostrare l'impossibilità per l'imputato di non sporcarsi le scarpe quando scopre il corpo senza vita di Chiara. Elementi che, insieme alle tracce trovate sui pedali della bicicletta e sul dispenser del bagno, dove si è lavato l'assassino, portano l'accusa a ritenere che Alberto sia l'assassino della fidanzata. Ora, in aula la parola passa alla parte civile rappresentata dal legale Gian Luigi Tizzoni.

Chiara Poggi sarebbe dunque morta "nella seconda metà della mattinata". Così il pm Rosa Muscio ha fissato orientativamente in aula il decesso della 26enne, uccisa nella sua villetta di via Pascoli a Garlasco, il 13 agosto 2007.
Il 9 aprile scorso, nella prima requisitoria, il pm Rosa Muscio aveva sostenuto che Chiara fosse morta tra le 11 e le 11.30. Un orario che oggi, dopo le ulteriori indagini richieste dal gup Stefano Vitelli, ha modificato perché Alberto, secondo la perizia informatica lavorava al computer dalle 9.36 alle 12.30.

Chiara, disattiva l'allarme alle 9.10 e per Alberto ci sarebbero 26 minuti prima di mettersi a lavorare alla tesi di laurea. Un tempo troppo ristretto, secondo l'accusa che punta, invece, a sostenere che Chiara sia stata uccisa dopo le 12.20.

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