La direzione delle carceri accusa agenti e funzionari: "Ci sono responsabilità a tutti i livelli. Il decesso causata da un'incredibile mancanza di tutela dei diritti"
E' un rapporto duro e senza sconti quello preparato dal Dap (Direzione generale delle carceri) sulla morte di Stefano Cucchi. Per gli ispettori, la morte del 31enne romano per le percosse subite durante la detenzione, è stata "disumana e degradante". Non solo ma le responsabilità del decesso, sono da ricercare a "tutti i livelli" e denotano "un'incredibile mancanza di tutela dei diritti". Stefano Cucchi in pratica è morto per la totale mancanza di tutela sulla sua persona, per mancanze "che si sono susseguite in modo molto probabilmente non coordinato e con condotte indipendenti tra loro".