La Procura di Udine ha chiesto l'archiviazione dell'indagine su Beppino Englaro e altre 11 persone, nei cui confronti era stato ipotizzato il reato di omicidio volontario per la morte di Eluana. Beppino: ho sempre agito con trasparenza e legalità
La notizia è stata anticipata oggi dal quotidiano Il Messaggero Veneto.
"Lo davo per scontato, per come ho agito, cioè alla luce del sole e nella legalità, non poteva che essere cosi"'. E' il commento a caldo di Beppino Englaro.
"Ho agito sempre nella massima trasparenza - ha ribadito Englaro - Sin dal primo momento, cioè dall'incidente, in questa storia non ci sono mai state zone d'ombra. Ho sempre tenuto una sola linea, il rispetto delle indicazioni molto precise che aveva dato Eluana. Io, insieme alla curatrice speciale, le ho dato voce affinché non perdesse i diritti che aveva quando era capace di intendere e volere: godere della liberta' di disporre della propria salute".
Nei confronti di Beppino Englaro era stato ipotizzato il reato di omicidio volontario, e per altre 11 persone quello di concorso in omicidio volontario aggravato.
L'inchiesta era stata aperta dalla Procura di Udine dopo la morte di Eluana Englaro, avvenuta il 9 febbraio scorso alla clinica udinese 'la Quiete' dopo 17 anni di stato vegetativo persistente, in seguito all'interruzione della nutrizione e dell'idratazione secondo il protocollo definito sulla base del decreto della Corte d'Appello di Milano.
Nell'inchiesta sono stati sottoposti a indagini, oltre al padre di Eluana, Beppino Englaro, l'anestesista Amato De Monte, capo dell'equipe medica che attuò il protocollo.
La richiesta di archiviazione giunge dopo il deposito, il 16 novembre scorso, di una perizia sull'encefalo di Eluana Englaro eseguita dai neurologi Fabrizio Tagliavini di Milano e Raffaele De Caro di Padova, in cui viene spiegato che la situazione del cervello di Eluana "era coerente con lo stato vegetativo persistente" in cui la donna si trovava dopo l'incidente automobilistico avuto nel 1992 e che "i danni neuropatologici osservati erano anatomicamente irreversibili".
Il difensore di Englaro e degli altri indagati, Giuseppe Campeis, aveva depositato ieri in Procura una memoria difensiva redatta con l'avvocato Vittorio Angiolini di Milano, in cui si sostiene che "non sussiste il reato contestato, né ci sono elementi di fatto o di diritto per poter sostenere l'accusa di omicidio volontario". Il Gip Paolo Milocco, assegnatario del fascicolo penale, dovrà ora decidere se accogliere la richiesta della Procura o se respingerla indicando come procedere.
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