Per la Procura c'era il rischio di inquinamento delle prove e un pericolo di fuga, forse in Tunisia. Per questo sono scattate le manette ai polsi dell'indagato nelle inchieste su sanità, droga ed escort. L'imprenditore però nega: "non volevo scappare"
Gianpaolo Tarantini è in carcere. L'imprenditore barese coinvolto in alcune inchieste sulla sanità in Puglia e su un giro di escort che sarebbero state portate anche nelle residenze del premier, Silvio Berlusconi, è stato fermato all'aeroporto di Bari dai militari della Guardia di Finanza per il reato di detenzione e spaccio di stupefacenti. Il provvedimento, della Procura, è stato motivato con il pericolo di fuga, sembra in Tunisia, e di inquinamento delle prove.
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