La battaglia su vita e morte torna a suscitare polemiche. E la nuova sentenza del tribunale amministrativo laziale sul fine vita potrebbe condizionare il dibattito politico
Mentre alla Camera è in discussione il disegno di legge sul testamento biologico, il Tar del Lazio si è inserito nel dibattito con una sentenza in cui è affermato che idratazione e alimentazione non possono essere imposti né al soggetto cosciente né a quello in stato vegetativo. Pur dichiarando la questione non di sua competenza, il tribunale ha precisato che i pazienti in stato vegetativo permanente non devono, in nessun caso, essere discriminati rispetto agli altri: rendere obbligatori idratazione e alimentazione sarebbe dunque anticostituzionale. Ed è divampata la polemica. Eugenia Roccella, sottosegretario con delega alla Bioetica, ha parlato di "clamoroso fraintendimento" dal momento che lo stesso "Tar ha ammesso di non avere competenza sull'argomento". Intanto si fa strada l'ipotesi che il decreto Englaro, approvato dal Consiglio dei ministri nei giorni della morte di Eluana, venga recepito con una norma "fotocopia" che vieti la sospensione di idratazione e alimentazione alle persone in stato di incoscienza. Ma Ignazio Marino del Pd ha ricordato che il decreto era stato tacciato di incostituzionalità dal Quirinale. Conseguentemente "ripresentare la norma in Parlamento, e magari chiedere la fiducia, determinerebbe una ferita gravissima alla nostra democrazia".