Malasanità, 14 medici indagati a Lamezia

Cronaca

L'indagine sul caso di Giuseppe Francolino, 26 anni, ricoverato per una peritonite. Oggi si è svolta l'autopsia. Ma tra morti sospette e conti in rosso tutta la sanità calabrese è sotto inchiesta

Sono 14 i medici indagati per la morte avvenuta giovedì scorso nell'ospedale di Lamezia Terme, di Giuseppe Francolino, il giovane di 26 anni deceduto dopo essere stato sottoposto ad intervento chirurgico per una peritonite.
Il pm della Procura di Lamezia Alessandra Ruberto ha deciso di sottoporre ad indagini tutti i sanitari degli ospedali di Vibo Valentia e Lamezia Terme che hanno gestito le varie fasi del ricovero e della terapia cui è stato sottoposto Francolino. Un atto dovuto, si è appreso in ambienti giudiziari, a garanzia dei diritti di difesa degli indagati in modo da consentire loro di nominare i periti di parte per l'autopsia sul corpo di Francolino, che si è svolta in serata.
Dall'esame autoptico, effettuato nello stesso ospedale di Lamezia Terme dai medici legali Arcangelo Fonti e Vannio Vercillo, è emerso, come primo risultato, che Francolino è morto per un blocco respiratorio per cause che, però, dovranno essere accertate. I periti avranno 90 giorni di tempo per presentare al pm Ruberto la loro relazione sui risultati dell'autopsia.
L'Azienda sanitaria di Vibo Valentia, intanto, nel pomeriggio, ha diramato un comunicato con cui ha respinto le dichiarazioni del padre di Francolino secondo il quale ci sarebbe stato un ritardo nell'assistenza prestata al figlio dopo il malore che lo aveva colpito in una casa di cura di Limbadi (Vibo Valentia). "La tempestività dell'intervento - si afferma nella nota - è stata garantita dal piano di emergenza predisposto dall'Azienda sanitaria per il periodo estivo con l'aggiunta di due postazioni straordinarie, Nicotera e Filadelfia, del 118".

Ma non è soltanto la Procura di Lamezia ad indagare sui presunti casi di malasanita' in Calabria. Sono al lavoro, anche, i pm di Locri, Catanzaro e Vibo Valentia per accertare eventuali responsabilità connesse, rispettivamente, ai decessi di Sara Sarti, 5 anni, Antonio Caligiuri, di 61, e Olimpia Rizzo, di 87, avvenuti nell'ultima settimana. I magistrati stanno valutando eventuali responsabilità da parte dei medici in relazione a eventuali ritardi o omissioni nell'assistenza ai pazienti deceduti.

Oggi, intanto, parlando a Cortina d'Ampezzo, il Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha confermato che la sanità calabrese sarà presto commissariata. Il provvedimento non è motivato, comunque, dai decessi in ospedale verificatisi negli ultimi giorni, ma alla questione del deficit del settore, che ammonta, secondo quanto è stato certificato dagli advisor inviati dal Governo, a due miliardi e 165 milioni di euro, dal quale devono essere detratti i 500 milioni che la Regione accredita dallo Stato.

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