Quattro reporter, due romani e due milanesi, sono stati trattenuti in caserma dai Carabinieri di Porto Rotondo con l'accusa di aver violato la privacy dopo essere stati sorpresi a poca distanza dal confine della residenza estiva di Silvio Berlusconi
Vicini, troppo vicini a Villa Certosa, la 'fortezza' violata dagli scatti di Antonello Zappadu: la caccia allo scoop di quattro fotografi, cominciata su uno scoglio davanti alla residenza sarda di Silvio Berlusconi, è finita nella caserma dei carabinieri di Porto Rotondo. Memory card delle macchine fotografiche sequestrate e per loro, due romani e due milanesi, e' scattata l'accusa di violazione della privacy.
"Ma quale violazione - dice il difensore dei paparazzi, avvocato Angelo Merlini - Abbiamo già presentato istanza di dissequestro del 'nulla' acquisito dalla Procura di Tempio. A questo punto andare fino in fondo diventa una questione di principio: non si puo' creare una legge apposita per proteggere la privacy del premier". E per il segretario della Fnsi, Franco Siddi, se non c'è stata intrusione ("nemmeno con mezzi tecnologici") si e' in presenza di "un eccesso emergenziale inaccettabile che comprime il diritto di cronaca".
Antonello Tavera e Federico Della Porta, di Roma, Corrado Calvo e Emanuele Busseti, di Milano, tutti paparazzi molto noti in Costa Smeralda, erano stati bloccati ieri pomeriggio dai Cacciatori di Sardegna, lo squadrone dei Carabinieri chiamato a rafforzare il dispositivo di sicurezza intorno alla residenza estiva del presidente del Consiglio dopo la vicenda degli scatti di Zappadu. E' bastato pizzicarli con le macchine fotografiche in mano nei pressi della villa di Punta Lada, dove e' in vacanza Barbara Berlusconi con i due figlioletti e il compagno Giorgio Valaguzza, per mettere i quattro nella lista degli indesiderati. Il passo successivo e' stato quello di accompagnarli fino alla caserma di Porto Rotondo: qui sono stati trattenuti a lungo, interrogati, e 'spogliati' delle quattro schede di memoria con le foto che avrebbero dovuto costituire il corpo del reato. Ma dai primi accertamenti disposti dal Pm Elisa Caligaris sembra che in quegli scatti non ci sia proprio nulla di compromettente: solo paesaggi, peraltro immagini sfuocate, e nessuna ripresa di Villa Certosa.
"Il provvedimento di sequestro è totalmente privo di qualsiasi presupposto", afferma convinto l'avvocato Merlini. "E' stato lo stesso Berlusconi a dire al mondo intero che avrebbe trascorso le sue vacanze a Porto Rotondo con i nipoti. Poi, però, invia i militari per bloccare i fotografi. C'è qualcosa che non funziona. Comunque - conclude il difensore dei quattro fotografi - i miei assistiti non hanno commesso alcuna violazione: erano all'esterno della proprieta' della Idra Immobiliare e non hanno fotografato nulla coperto dalla privacy".
"Ma quale violazione - dice il difensore dei paparazzi, avvocato Angelo Merlini - Abbiamo già presentato istanza di dissequestro del 'nulla' acquisito dalla Procura di Tempio. A questo punto andare fino in fondo diventa una questione di principio: non si puo' creare una legge apposita per proteggere la privacy del premier". E per il segretario della Fnsi, Franco Siddi, se non c'è stata intrusione ("nemmeno con mezzi tecnologici") si e' in presenza di "un eccesso emergenziale inaccettabile che comprime il diritto di cronaca".
Antonello Tavera e Federico Della Porta, di Roma, Corrado Calvo e Emanuele Busseti, di Milano, tutti paparazzi molto noti in Costa Smeralda, erano stati bloccati ieri pomeriggio dai Cacciatori di Sardegna, lo squadrone dei Carabinieri chiamato a rafforzare il dispositivo di sicurezza intorno alla residenza estiva del presidente del Consiglio dopo la vicenda degli scatti di Zappadu. E' bastato pizzicarli con le macchine fotografiche in mano nei pressi della villa di Punta Lada, dove e' in vacanza Barbara Berlusconi con i due figlioletti e il compagno Giorgio Valaguzza, per mettere i quattro nella lista degli indesiderati. Il passo successivo e' stato quello di accompagnarli fino alla caserma di Porto Rotondo: qui sono stati trattenuti a lungo, interrogati, e 'spogliati' delle quattro schede di memoria con le foto che avrebbero dovuto costituire il corpo del reato. Ma dai primi accertamenti disposti dal Pm Elisa Caligaris sembra che in quegli scatti non ci sia proprio nulla di compromettente: solo paesaggi, peraltro immagini sfuocate, e nessuna ripresa di Villa Certosa.
"Il provvedimento di sequestro è totalmente privo di qualsiasi presupposto", afferma convinto l'avvocato Merlini. "E' stato lo stesso Berlusconi a dire al mondo intero che avrebbe trascorso le sue vacanze a Porto Rotondo con i nipoti. Poi, però, invia i militari per bloccare i fotografi. C'è qualcosa che non funziona. Comunque - conclude il difensore dei quattro fotografi - i miei assistiti non hanno commesso alcuna violazione: erano all'esterno della proprieta' della Idra Immobiliare e non hanno fotografato nulla coperto dalla privacy".