Il 6 aprile il terremoto che ha messo in ginocchio l'intera regione. A L'Aquila per le commemorazioni, il presidente della Camera non ha mancato di parlare dell'inchiesta giudiziaria sui crolli chiedendo "eventuali punizioni"
Ore 3.32 del 6 aprile: prima un grande boato poi il terremoto devastante che ha distrutto l'aquilano e il centro storico della città in particolare. Gli esperti registrano un sisma di magnitudo 5.8, poi si parlerà di 6.3. 298 i morti, più di 1500 i feriti, rimasti tra le macerie di case anche appena costruite. A l'Aquila si guarda avanti e si pensa a ricostruire, ma le difficoltà sono ancora tante. Nel capoluogo abruzzese è tornato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha parlato anche dell'inchiesta in corso: "L'eventuale accertamento di responsabilità e l'eventuale punizione delle medesime - ha sottolineato - rappresentano un aspetto di valenza nazionale in un Paese così esposto al rischio di terremoti e di altre catastrofi naturali".
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