In rete continua il dibattito dopo la rimozione del gruppo che inneggiava alla violenza sulle donne e gli ultimi agghiaccianti episodi di cronaca. La richiesta di molti: “Serve una pena certa e dura per stranieri e italiani”
di Chiara Ribichini
Il quartiere di Primavalle, Guidonia, Sesto San Giovanni. E oggi Brescia e Palermo. Da nord a sud continua l’emergenza stupri. Tanti gli episodi verificatisi nell’ultimo mese e mezzo. Troppi. E, allo sdegno suscitato dai fatti di cronaca, si è unito anche quello scaturito dalla presenza di “gruppi” in rete che incitano alla violenza sulle donne. Così, dopo i sostenitori di Riina e quelli del killer dell’asilo in Belgio, su Facebook sono comparsi anche i “Fan di stupri”.
La pagina è stata prontamente rimossa (all’interno del ddl sicurezza approvato dal Senato e passato ora alla Camera c’è tra l’altro un emendamento che vieta l’apologia o l’incitamento via internet dell’attività della criminalità organizzata, delle associazioni eversive, nonché di incitamento alla violenza sessuale, all’odio etnico, razziale e religioso), ma in rete il dibattito non si è esaurito. Il numero degli iscritti ai gruppi nati per far chiudere “Fan di stupri” continua infatti ad aumentare. Sono quasi 62 mila i membri di “Uniamoci per la chiusura del gruppo fan stupri su Facebook”; quasi 7 mila quelli di "Se non viene chiuso stupri di gruppo ci cancelliamo da facebook"; più di 3 mila i membri di “Vergogna a tutti i fan degli stupri di gruppo” . A questi si aggiungono i gruppi che chiedono di fermare le condanne ridicole nei confronti di chi abusa di una donna, quelli a favore della castrazione chimica e quelli per parlare delle possibili proposte di legge contro gli stupri da presentare in Parlamento. Tutti luoghi di confronto e discussione.
“Ragazze armiamoci di spray al peperoncino, ora legale – scrive Gloria V. – Chi può vada a fare corsi di autodifesa”. Fabio V. confida che a Milano non riesce a mandare in giro la sua donna a qualsiasi ora sentendosi sicuro e crede “di essere preoccupato con cognizione di causa”.
Ad accendere il dibattito sono anche gli arresti domiciliari concessi al ragazzo che ha stuprato la ragazza la sera di Capodanno e ai minorenni che hanno abusato di una ragazzina di 14 anni a Brescia. “Stiamo assistendo in questi giorni alla prova che ormai la magistratura e in generale la giustizia sono allo sfascio. A volte non capisco se i magistrati che mettono i violentatori in libertà o agli arresti domiciliari siano veramente coscienti di quello che fanno” dice Andrea G. Qualcuno fa notare anche le differenze di trattamento. “Scusate è.. ma non ci sono solo i rumeni (i quattro ritenuti responsabili dell’aggressione ai fidanzatini di Guidonia sono in carcere, ndr).e allora quello che ha violentato la ragazza a Capodanno?? Quello dopo 1 giorno ha avuto i domiciliari” scrive Consuelo C.
Diversi i commenti di matrice razzista nei confronti degli immigrati che si macchiano del reato di violenza sessuale. Spunta però qualche voce fuori campo: “Simili reati li compiono anche gli italiani – osserva Paola C. - Quello che serve è la garanzia di una pena certa e dura per stranieri ed italiani”.
Il quartiere di Primavalle, Guidonia, Sesto San Giovanni. E oggi Brescia e Palermo. Da nord a sud continua l’emergenza stupri. Tanti gli episodi verificatisi nell’ultimo mese e mezzo. Troppi. E, allo sdegno suscitato dai fatti di cronaca, si è unito anche quello scaturito dalla presenza di “gruppi” in rete che incitano alla violenza sulle donne. Così, dopo i sostenitori di Riina e quelli del killer dell’asilo in Belgio, su Facebook sono comparsi anche i “Fan di stupri”.
La pagina è stata prontamente rimossa (all’interno del ddl sicurezza approvato dal Senato e passato ora alla Camera c’è tra l’altro un emendamento che vieta l’apologia o l’incitamento via internet dell’attività della criminalità organizzata, delle associazioni eversive, nonché di incitamento alla violenza sessuale, all’odio etnico, razziale e religioso), ma in rete il dibattito non si è esaurito. Il numero degli iscritti ai gruppi nati per far chiudere “Fan di stupri” continua infatti ad aumentare. Sono quasi 62 mila i membri di “Uniamoci per la chiusura del gruppo fan stupri su Facebook”; quasi 7 mila quelli di "Se non viene chiuso stupri di gruppo ci cancelliamo da facebook"; più di 3 mila i membri di “Vergogna a tutti i fan degli stupri di gruppo” . A questi si aggiungono i gruppi che chiedono di fermare le condanne ridicole nei confronti di chi abusa di una donna, quelli a favore della castrazione chimica e quelli per parlare delle possibili proposte di legge contro gli stupri da presentare in Parlamento. Tutti luoghi di confronto e discussione.
“Ragazze armiamoci di spray al peperoncino, ora legale – scrive Gloria V. – Chi può vada a fare corsi di autodifesa”. Fabio V. confida che a Milano non riesce a mandare in giro la sua donna a qualsiasi ora sentendosi sicuro e crede “di essere preoccupato con cognizione di causa”.
Ad accendere il dibattito sono anche gli arresti domiciliari concessi al ragazzo che ha stuprato la ragazza la sera di Capodanno e ai minorenni che hanno abusato di una ragazzina di 14 anni a Brescia. “Stiamo assistendo in questi giorni alla prova che ormai la magistratura e in generale la giustizia sono allo sfascio. A volte non capisco se i magistrati che mettono i violentatori in libertà o agli arresti domiciliari siano veramente coscienti di quello che fanno” dice Andrea G. Qualcuno fa notare anche le differenze di trattamento. “Scusate è.. ma non ci sono solo i rumeni (i quattro ritenuti responsabili dell’aggressione ai fidanzatini di Guidonia sono in carcere, ndr).e allora quello che ha violentato la ragazza a Capodanno?? Quello dopo 1 giorno ha avuto i domiciliari” scrive Consuelo C.
Diversi i commenti di matrice razzista nei confronti degli immigrati che si macchiano del reato di violenza sessuale. Spunta però qualche voce fuori campo: “Simili reati li compiono anche gli italiani – osserva Paola C. - Quello che serve è la garanzia di una pena certa e dura per stranieri ed italiani”.