In ricordo delle 7 vittime del rogo nell'acciaieria di Torino, simbolo di tutte le morti sul lavoro. Dall'incendio scoppiato alla linea 5 dell'acciaieria al rinvio a giudizio Manifestazioni e commemorazioni.
"Torce umane nella fabbrica. Una vittima divorata dal fuoco. Sei operai in fin di vita. Lavoravano di notte per non perdere il posto". Questo il titolo a nove colonne del quotidiano La Stampa nell'edizione di venerdì 7 dicembre 2007.
E’ la notte tra il 5 e il 6 quando nello stabilimento della ThyssenKrupp di Torino scoppia un incendio provocato dalla fuoriuscita di olio bollente.
Un operaio muore sul colpo. Gli altri sei dopo un’agonia in ospedale.
Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rocco Marzo, Antonio Santino, Rosario Rodino e Giuseppe Demasi. Queste le sette vite spezzate nell'inferno scoppiato alla linea 5 dell'acciaieria.
E’ passato un anno, ma non si sono attenutati la rabbia e il dolore nel ricordo del terribile rogo nello stabilimento di Torino. E’ passato un anno, e altri 1200 uomini e donne sono morti svolgendo il proprio lavoro. Si parla di una vittima ogni sette ore.
Ripercorri i fatti degli ultimi 12 mesi con i servizi di TG24. Dalla tragedia all'acciaieria al rinvio a giudizio dei dirigenti della Thyssenkrupp.
E' proprio Piero Barbetta, l'operaio che il 6 dicembre di un anno con una telefonata diede l’allarme del rogo alla Thyssen , è uno dei protagonisti di "Torino-Terni. Un viaggio nell'acciaio", il film-documentario proiettato in anteprima nazionale venerdì 5 dicembre alle 21, presso la fondazione Sandretto Re Rebaudengo nel capoluogo torinese.
Qui il trailer del documentario.
Ma sono tante le iniziative per ricordare queste 7 vittime sul lavoro, simbolo di tutte le morti bianche nel nostro Paese.
A Roma, il partito Socialista ha organizzato venerdì sera una fiaccolata silenziosa, con partenza dalla piazza di Montecitorio, per ricordare tutte le vittime di incidenti sul lavoro.
Sabato 6 dicembre sarà la volta di un corteo a Torino per ricordare le vittime del rogo nell’acciaieria e per dire basta alle morti sul lavoro. “Noi non dimentichiamo”, questo il nome della manifestazione organizzata da Legami d’acciaio, l’associazione dei familiari delle vittime.
"Siamo nati da una disgrazia, viviamo per non spegnere l'attenzione sui lavoratori" spiega Renato Virdis, presidente dell’associazione.
Ma la tragedia della Thyssen sarà ricordata anche sul lago Maggiore. Ad Arona, l'omaggio alle vittime sul lavoro avverrà sul lungolago dove saranno esposti cento camici bianchi indossati da altrettanti manichini ed un lenzuolo lungo 140 metri con i nomi di tutte i caduti nell'ultimo anno in Italia.
La prima udienza del processo ai vertici Thyssen comincerà il 15 gennaio, alla Corte d'Assise di Torino. Sul banco degli imputati l'amministratore delegato Harald Espenhanh. Per lui l’accusa accusa di omicidio volontario. Rinviati a giudizio anche altri cinque dirigenti per omicidio colposo. Questo quanto deciso dal gup Francesco Gianfrotta, accogliendo le richieste dell’accusa rappresentata dal pm Guariniello.
“Una sentenza storica. Non è mai successo che si sia arrivati al rinvio a giudizio sia delle persone fisiche che delle persone giuridiche, riconoscendo in un caso anche l'omicidio volontario" ha commentato Raffaele Guariniello.
“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto” art. 4 della Costituzione italiana.
Guarda la VIDEOGALLERY sul caso Thyssenkrupp