Gli studenti bocciano la Gelmini

Cronaca
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Cortei in tutta Italia contro la riforma della scuola. “Con il voto in condotta ci tappano la bocca”, lo slogan della manifestazione di Milano. E gli studenti promettono: “Non è che l’inizio”. Guarda la FOTOGALLERY delle proteste

di CHIARA RIBICHINI

Più di 90 cortei in altrettante città, 300 mila studenti di cui 40 mila a Roma, Napoli e Torino, 30 mila a Milano, 15 mila a Salerno, Firenze e Genova. Sono questi i numeri della protesta di venerd' 10 ottobre secondo l’Unione degli studenti, il sindacato studentesco che ha indetto la giornata di mobilitazione contro il decreto Gelmini, che ha ricevuto ieri il via libera dalla Camera e ora passa al vaglio del Senato.  "Suoniamole alla Gelmini. Nessun voto in condotta, maestro unico, riforma o privatizzazione potrà fermare la nostra musica. Se la ministra vuole cambiare la nostra scuola gliele suoneremo". Questo lo slogan con cui migliaia di studenti hanno manifestato il loro “sconcerto” di fronte alla riforma della scuola. Gridano, cantano, suonano, usano ogni mezzo a disposizione per farsi sentire: chitarre, tamburi, fisarmoniche, ma anche pentole e cucchiai. “Contro le dichiarazioni della Gelmini tutta un’altra musica”, è il loro motto.
A Milano la manifestazione ha percorso le vie centrali della città. In testa al corteo una bara nera con la scritta “scuola” rappresenta i possibili effetti che secondo gli studenti la riforma potrebbe avere: la morte dell’istruzione.
Su uno striscione si legge: “Prof siamo qui”. “I nostri docenti volevano che scendessimo in piazza, ci hanno detto di bloccare le strade, di gridare il nostro malcontento. Loro non sono qui perché sciopereranno il 30 ottobre. Quel giorno ci saremo anche noi” ci dice Alessandra, del quarto anno del liceo scientifico Bertrand Russell.
Gli studenti urlano vari slogan, come “rivogliamo i nostri diritti”. Invitano la gente affacciata alle finestre a scendere ed unirsi a loro. Qualcuno dei passanti si ferma e chiede il perché di tanto clamore. E subito i più “preparati” prendono la parola, spiegano i motivi della loro agitazione e lasciano il volantino che annuncia altre iniziative. Molti di loro sono già scesi in piazza lo scorso 3 ottobre (per lo sciopero generale della scuola indetto dall’Unicobas) e ci torneranno il prossimo lunedì, per “assediare” la sede della Regione dove il presidente Formigoni riceverà il ministro Gelmini. “Vogliamo rovinare la festa” ci dice Gianmarco, del coordinamento dei collettivi studenteschi di Milano e provincia. “Poi, venerdì 17 ottobre sarà un altro No Gelmini Day (dopo quello del 2 ottobre, ndr). E, non appena passerà il decreto anche in Senato inizieremo autogestioni e occupazioni”.
Protagonista della manifestazione di oggi è però la musica. C’è un duetto di chitarra e fisarmonica. “La musica ci unisce contro un decreto che distrugge la scuola, che riporta la scuola indietro di 50 anni, che taglia ore e rende più ignoranti”, afferma Matteo, II liceo classico Manzoni.
Tra i punti più contestati i tagli di 8 miliardi. “Non metteteci a dieta”, recita uno striscione. “Invece di togliere i soldi alla scuola, i deputati potrebbero accontentarsi di prendere la loro pensione per i primi due anni e poi basta. Tanto problemi di soldi non ne hanno, visto che si alzano lo stipendio ogni due mesi”, ci dice una studentessa del liceo scientifico Volta.
Contestatissimo anche il ritorno del voto in condotta. “Con il voto in condotta ci tappano la bocca" è uno degli slogan più sentiti. “La Gelmini ha ripristinato il voto in condotta solo per far vedere che ha ripulito la scuola dal bullismo – ci dice Riccardo, studente di un istituto tecnico - Dietro la vetrina lucidata, però, la sostanza non cambia”. Ma su questo punto c’è anche chi la pensa diversamente. “Non importa se ci giudicheranno sul nostro comportamento, da una parte è anche giusto. Può essere utile, ma non risolve il problema bullismo. La soluzione per questo è l’istruzione. Il Paese va avanti e migliora se c’è gente istruita”, ci dice un gruppetto di studenti del liceo scientifico Volta
Su una cosa, invece, sono tutti d’accordo. Sarà un autunno caldo e questo “non è che l’inizio”, come recita lo striscione che apre la manifestazione.

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