Testimone chiave è Emilia Neamtu, che aveva dato l'allarme e indicato l'aggressore in Nicolae Mailat. I legali del presunto assassino sostengono che la donna non è attendibile: in passato avrebbe subito un ricovero in ospedale psichiatrico
Davanti ala terza cort d'assise di Roma, nell'aula bunker del cracere di rebibbia, c'è Romulus Nicolae Mailat. L'uomo è accusato di omicidio volontario, rapina e violenza sessuale nei confronti di Giovanna Reggiani, uccisa il 30 ottobre scorso nei pressi della stazione di Tor di Quinto. A dare l'allarme era stata una romena, Emilia Neamtu, la supertestimone del processo. Pioveva troppo quella sera e la Neamtu non poteva riconoscere, secondo la difesa di Mailat, l'aggressore di Giovanna Reggiani. Inoltre, secondo i legali la donna in passato avrebbe subito un ricovero in ospedale pichiatrico.