Riconducibili a 4 imprenditori contigui a cosche più importanti
(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 19 NOV - É in corso a Reggio Calabria un'operazione della Guardia di finanza, dei carabinieri e della Dia, con il coordinamento della Dda, diretta dal Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, per l'esecuzione di un provvedimento di sequestro di beni mobili ed immobili per un valore di duecento milioni di euro riconducibili a quattro imprenditori reggini.
Gli imprenditori destinatari del provvedimento di sequestro sono indiziati di appartenenza o contiguità alle più importanti cosche di 'ndrangheta di Reggio Calabria ed rrano già stati arrestati nell'aprile del 2018. I quattro, indicati come contigui alle più importanti cosche di 'ndrangheta della città, furono coinvolti all'epoca nell'operazione denominata "Monopoli" con l'accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni ed autoriciclaggio.
Nel mirino dello Stato sono finiti quattro imprenditori edili, Andrea Giordano, di 68 anni, Michele Surace (62), Giuseppe Surace (35), e Carmelo Ficara (63), indicati dagli investigatori come appartenenti o contigui alle cosche dominanti della 'ndrangheta reggina, i De Stefano-Tegano, che hanno edificato oltre quattrocento immobili "ben spalmati - ha detto il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri - in tutta la città. Attività che comprova la forza di questi personaggi grazie alla protezione della mafia. Un autentico regime di monopolio che nei fatti ha cancellato ogni potenziale concorrenza di altre imprese, asfissiando così il
libero mercato e producendo distorsioni tali da portare al fallimento altri concorrenti e provocando ulteriore disoccupazione".