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Giornata mondiale delle tartarughe, 5 curiosità sulla specie

Ambiente

Alessandra Carboni

Puntualmente si celebra anche quest’anno il World Turtle Day, la giornata che tutto il mondo dedica alle testuggini. Vediamo insieme cosa caratterizza questi preziosi animali

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Come ogni anno, anche questo 23 maggio è il giorno dedicato alle tartarughe: da 20 anni a questa parte, infatti, in questa data si celebra in tutto il mondo il World Turtle Day, istituito dalla Organizzazione non profit American Tortoise Rescue con l’intento di sensibilizzare il pubblico sulle condizioni di tale specie e sullo stato degli habitat in cui vive, ma anche per promuovere iniziative che la tutelino.

 

Giornata mondiale delle tartarughe: lo scopo dell’iniziativa

American Tortoise Rescue, fondata da Susan Tellem and Marshall Thompson, è impegnata dal 1990 nel salvataggio e nella protezione di tutte le specie di tartarughe, e da allora ha portato nei rifugi dedicati più di 4 mila esemplari. Il World Turtle Day vuole aumentare e diffondere la conoscenza e il rispetto per alcune tra le creature più antiche del nostro Pianeta, ma che rischiano di scomparire dalla faccia della Terra entro i prossimi 50 anni per colpa delle attività dell'uomo. Per questo invita tutti a pochi semplici gesti che possono aiutare a preservare questi preziosi animali per le generazioni a venire, come per esempio non acquistare mai tartarughe in negozi di animali, non togliere mai una tartaruga dal suo ambiente a meno che non sia ferita, aiutare sempre una tartaruga che attraversa la strada collocandola al sicuro fuori dalla carreggiata nella direzione in cui stava andando (altrimenti, se riportata indietro, riproverà ad attraversare) e segnalare alle autorità la vendita illegale di tartarughe.

 

Le tartarughe sono sulla Terra da più di 200 milioni di anni 

Si pensa che le antenate più lontane e più simili alle tartarughe come le conosciamo oggi siano comparse sulla Terra circa 220 milioni di anni fa, nel tardo Triassico dell'era mesozoica. Tuttavia, i ritrovamenti di resti fossili di un rettile sudafricano - l’Eunotosaurus africanus -, con la sua gabbia toracica semirigida, ha dimostrato che l’evoluzione del guscio della tartaruga è iniziato addirittura prima: l’analisi dei fossili di questo rettile estinto sarebbe la prova che le trasformazioni del carapace sono incominciate più di 260 milioni di anni fa.

 

La tartaruga Caretta caretta è la più diffusa nel Mediterraneo 

Sono sette le specie di tartaruga marina esistenti, e di queste sono tre quelle che popolano le acque e nidificano nel nostro mar Mediterraneo. Si tratta della Chelonia mydas (tartaruga verde), della Dermochelys coriacea (tartaruga liuto) e della Caretta caretta (tartaruga comune). Quest'ultima è la più diffusa nel Mediterraneo ma purtroppo è classificata come vulnerabile e quindi fa parte delle specie a rischio. Come riferisce il WWF, la massima presenza di esemplari giovani viene registrata nelle acque dell'Adriatico, dello Ionio, dello stretto di Sicilia e delle coste della Spagna, mentre sono dieci i Paesi del Mediterraneo in cui questa tartaruga marina depone le sue uova: Algeria, Cipro, Egitto, Grecia, Israele, Italia (Calabria ionica, Sicilia meridionale, Isole Pelagie, medio Adriatico), Libia, Siria, Tunisia, Turchia.

 

La tartaruga gigante può vivere fino a 200 anni

Alcuni esemplari di tartarughe possono sopravvivere veramente a lungo, alcuni fino a 200 anni. Parliamo della tartaruga gigante delle Galapagos, che vive nell’omonimo arcipelago e che fino a poco tempo fa si pensava fosse estinta. Con un’aspettativa di vita che va dai 150 ai 200 anni, un esemplare adulto può raggiungere i 300 chili di peso e poco meno di due metri di lunghezza. Lo scorso anno una tartaruga gigante - per la precisione un esemplare di Chelonoidis phantasticus, ovvero una delle 15 specie di tartarughe giganti delle Galapagos - è ricomparsa dopo dopo più di un secolo nelle isole dell’arcipelago,, facendo così ritenere che la specie non sia estinta ma che sia invece ancora presente nelle Galapagos, anche se in numero molto ridotto. 

 

Il guscio è una corazza composta da 50 ossa

Il carapace della tartaruga sembra una corazza unica, compatta, fatta in un unico blocco: si tratta invece di una struttura anatomica assai complessa, che col passare degli anni si è trasformata ed evoluta, per arrivare a quello che è oggi. Il guscio è infatti costituito da circa 50 ossa, comprese costole e vertebre. 

Ogni scaglia che compone la parte superiore del guscio si chiama scuto, e attraverso l’osservazione di questa superficie è possibile studiare le fasi di crescita della tartaruga.

 

Essere lenti o veloci come una tartaruga?

Il detto “essere lento come una tartaruga” dopotutto non corrisponde proprio alla realtà. La tartaruga infatti non è l’animale più lento al mondo, di sicuro la battono la lumaca e il bradipo, e comunque la velocità media di una giovane tartaruga non è affatto da buttare. Le tartarughe di terra possono camminare a una velocità che può raggiungere i 100 metri all’ora, mentre quelle d’acqua possono nuotare a velocità davvero sorprendenti. Alcuni studi che si occupano del monitoraggio delle rotte delle tartarughe marine hanno infatti dimostrato che piccoli esemplari possono percorrere fino a 30 chilometri in un giorno, a una velocità di un chilometro all'ora.