Giornata mondiale delle tartarughe: quando e perché è stata istituita

Ambiente
Nel mondo esistono circa 356 specie di tartaruga (foto: archivio Getty Images)

Istituita nel 2000 dall'organizzazione American Tortoise Rescue (Atr), si celebra ogni anno il 23 maggio allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle condizioni di questa specie e dei suoi habitat

Ogni anno il 23 maggio si celebra nel mondo il World Turtle Day, la Giornata mondiale delle tartarughe. Istituita nel 2000 dall'American Tortoise Rescue (Atr), è giunta quest'anno alla sua diciannovesima edizione. Lo scopo dell'iniziativa è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle condizioni di tutte le tartarughe e i rischi per questa specie, oltre a promuovere attività di salvaguardia e protezione di questi animali in tutto il mondo.

Le tartarughe nel mondo

L'istituzione della Giornata mondiale delle tartarughe si deve all'American Tortoise Rescue (Atr), un'organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 1990 da Susan Tellem e Marshall Thompson, allo scopo di tutelare questa specie e i suoi habitat nel mondo. Dall'anno della sua fondazione, come si legge sul portale web ufficiale, Atr ha messo in salvo circa quattromila esemplari di tartaruga. Nel mondo ci sono circa 356 specie di tartaruga che vivono su terra, distribuite in tutti i continenti, a eccezione dell'Antartide. Le specie marine conosciute, invece, sono sette in totale. Le tartarughe, per secoli, sono state cacciate per il loro carapace (una parte del loro guscio), utilizzato per produrre gioielli e altri oggetti. Oltre a questo, però, ci sono altre minacce che mettono a rischio la sopravvivenza della specie e vanno ricercate principalmente nell'azione dell'uomo.

Le minacce principali

Secondo i dati divulgati da Legambiente, ogni anno oltre 130mila tartarughe marine della specie 'Caretta Caretta' sarebbero vittime di catture accidentali durante le normali operazioni di pesca professionale. Circa 70mila di queste abboccherebbero agli ami utilizzati per la pesca al pesce spada, mentre oltre 40mila rimarrebbero intrappolate in reti a strascico. L'inquinamento da plastica è un altro fattore che mette a rischio la sopravvvivenza della specie. Uno studio citato dal Wwf, eseguito su oltre 560 tartarughe marine Caretta Caretta che vivono nel Mediterraneo centrale, ha mostrato la presenza di frammenti e resti di plastica nell'80% degli animali. La presenza di plastica sulle spiagge, peraltro, potrebbe compromettere anche le nidificazioni. La sabbia in cui vengono deposte le uova, infatti, non manterrebbe lo stessa umidità in presenza di frammenti di plastica. La conseguenza è un cambiamento della temperatura, con ripercussioni sullo sviluppo e la schiusa delle uova.

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