Rifiuti pericolosi, quali sono e come smaltirli

Ambiente
I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti Raee, sono considerati rifiuti pericolosi (archivio Getty Images)
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Definiti e classificati da una normativa europea, sono sostanze che contengono alte concentrazioni di inquinanti e per questo vanno sottoposte a trattamenti specifici, diversi dalla tradizionale raccolta differenziata

I rifiuti pericolosi sono scarti di origine civile o industriale ad alta concentrazione di sostanze inquinanti. Definiti e classificati dalla normativa europea 1357 del 2014, richiedono trattamenti specifici per ridurne la pericolosità e devono essere smaltiti seguendo regole diverse dalla tradizionale raccolta differenziata. Ecco allora cosa sono i rifiuti pericolosi e come vanno smaltiti.

Cosa sono i rifiuti pericolosi

Secondo il decreto legislativo 192 del 2006, è definito rifiuto "qualsiasi sostanza o oggetto di cui il detentore si disfi o abbia intenzione o obbligo di disfarsi". Il decreto legislativo 152 del 2006, invece, all'articolo 184, aggiunge una classificazione, specificando che i rifiuti si differenziano per origine – urbani o speciali – e pericolosità: pericolosi e non pericolosi. Per essere definiti come pericolosi, i rifiuti devono possedere determinate caratteristiche elencate nello stesso decreto legislativo e nella normativa europea 1357 del 2014. Le caratteristiche di pericolosità, secondo la classificazione contenuta nella normativa europea, sono racchiuse in 15 categorie: rifiuti esplosivi, comburenti, infiammabili, irritanti, tossici per organi bersaglio, rifiuti dalla tossicità acuta, cancerogeni, corrosivi, infettivi, tossici per la riproduzione, mutageni, capaci di liberare gas a tossicità acuta, sensibilizzanti, ecotossici e, infine, rifiuti che possiedono una delle caratteristiche di quelli precedenti ma la possono manifestare solo in un secondo momento. Nella categoria dei rifiuti pericolosi, possono essere classificati tutti gli scarti industriali come quelli prodotti, ad esempio, dalla raffinazione del petrolio, dall’industria chimica e metallurgica e da quella fotografica. Sono considerati pericolosi anche i solventi, rifiuti fitosanitari, olii esauriti e, ancora, tutti i materiali che rientrano tra i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti Raee.

La classificazione di pericolo

Le caratteristiche di pericolo sono indicate con il codice HP e un numero seriale progressivo dall'1 al 15. Nell’allegato III della normativa europea del 2014 sono indicate le definizioni di ciascuna categoria. I rifiuti esplosivi (HP1) sono quelli che possono generare reazioni chimiche in grado di generare deflagrazioni. I comburenti (HP2) favoriscono o provocano la combustione di altre materie. I rifiuti infiammabili (HP3), a loro volta, sono composti da sei sottocategorie: liquidi infiammabili, solidi e liquidi piroforici infiammabili, solidi infiammabili, gassosi infiammabili, idroreattivi e altri rifiuti infiammabili che non rientrano nelle precedenti categorie. I rifiuti irritanti (HP4) possono provocare lesioni cutanee o oculari. I rifiuti dalla tossicità specifica per organi bersaglio (HP5) possono provocare effetti tossici a seguito di aspirazione, così come i rifiuti dalla tossicità acuta (HP6). I rifiuti cancerogeni (HP7) aumentano l'incidenza dei tumori nelle persone contaminate. I rifiuti corrosivi (HP8) provocano corrosioni cutanee, mentre quelli infettivi (HP9) contengono microrganismi o le loro tossine, che sono cause note di malattie nell’uomo o altri esseri viventi. I rifiuti tossici per la riproduzione (HP10) colpiscono le funzioni sessuali e la fertilità, mentre i mutageni (HP11) possono intaccare il materiale genetico. E ancora, i rifiuti in grado di liberare gas tossici (HP12) se messi a contatto con acqua o acidi, i rifiuti sensibilizzanti (HP13), all’origine di effetti sensibilizzanti per la pelle e gli organi respiratori; gli ecotossici (HP14) che comportano rischi immediati o differiti per l'ambiente. Infine, nel codice HP15 rientrano tutti quei rifiuti pericolosi che possono avere una delle caratteristiche di pericolo delle altre categorie, ma manifestarle solo successivamente.

Come smaltire i rifiuti pericolosi

Sempre il decreto 152/2006 stabilisce che i soggetti che producono rifiuti pericolosi debbano tenerne traccia all'interno di un apposito registro. Inoltre, le autorità di controllo devono poterlo consultare in qualsiasi momento lo ritengano necessario. La loro pericolosità, oltre che per gli esseri viventi, anche per l'ambiente, rende necessario un trattamento, un trasporto e uno smaltimento speciali. Nel corso di tutti questi passaggi, per i rifiuti pericolosi è prevista un'etichettatura speciale, sulla quale vengano indicate l'area di deposito e i contenitori in cui vengono conservati. Sui campioni di rifiuti pericolosi, trasportati con appositi mezzi autorizzati, vengono effettuate analisi utili a indicare gli impianti di smaltimento più idonei. A cadenza annuale, o trimestrale, devono essere trasportati in appositi impianti per il recupero o lo smaltimento a seconda del grado di pericolosità.

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