Perché le api stanno scomparendo, il ruolo dei pesticidi
AmbienteDiversi studi hanno dimostrato come i pesticidi interferirebbero con le capacità di orientamento, riproduzione e con i comportamenti sociali delle api. Mettendo così a rischio la sopravvivenza di insetti fondamentali per l'equilibrio dell'ecosistema
L'emergenza relativa alla morìa delle api va avanti ormai da diversi anni. A certificarlo intervengono i numeri che emergono da alcuni dossier di recente pubblicazione. Tra questi, ad esempio, il rapporto dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), la prima valutazione completa delle specie europee di api. Secondo questa indagine, circa il 10% delle specie selvatiche del continente sarebbe in via d’estinzione, mentre quasi il 5% sarebbe a rischio. I pesticidi rappresentano una delle principali cause di questo declino, in quanto influenzerebbero l'apprendimento, l’orientamento, la capacità riproduttiva e i comportamenti sociali di questi insetti, minandone la sopravvivenza e, di conseguenza, l’equilibrio degli ecosistemi.
Gli insetticidi più usati
Tra i maggiori responsabili della morìa delle api ci sarebbero i neonicotinoidi, antiparassitari utilizzati per la concia delle sementi di mais. Già dal 2007, Legambiente e Unaapi avevano puntato il dito contro questi prodotti chimici, in quanto capaci di interferire sulla capacità di apprendimento e orientamento di questi insetti. Anche l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha ribadito che queste sostanze e in particolare il clothianidin, l'imidacloprid e il thiamethoxam, gli insetticidi nella classe dei neonicotinoidi più comunemente usati nel mondo, comprometterebbero la sopravvivenza sia delle api mellifere che di quelle selvatiche. A partire dal 2008 si è iniziato a vietare l’uso a scopo cautelativo dei neonicotinoidi, in un percorso giunto al suo apice nel maggio 2018, quando l'Unione europea ha messo al bando i tre insetticidi neonicotinoidi.
Altri pesticidi pericolosi
Nuove ricerche scientifiche hanno fatto emergere, però, che ci sarebbero anche altri pesticidi potenzialmente pericolosi per le api, oltre ai neonicotinoidi. È il caso ad esempio degli insetticidi a base di solfossimina, come evidenziato da uno studio della Royal Holloway, Università di Londra. I ricercatori dell'istituto britannico hanno analizzato l'impatto negativo del sulfoxaflor sulla riproduzione delle colonie di bombi. Dall’indagine è emerso, infatti, che le api esposte a questo prodotto, una volta rilasciate in natura, avevano meno discendenti rispetto a quelle non sottoposte al prodotto chimico.
Impatto su apprendimento e memoria
Un altro studio pubblicato lo scorso anno su Scientific Reports ha, invece, studiato l'effetto sulle api del flupiradifurone, sostanza lanciata nel 2014 come alternativa ai più pericolosi neonicotinoidi.Tuttavia l'indagine ha evidenziato come anche dosi non letali di questo prodotto avrebbero un impatto negativo sul gusto, sull’apprendimento e sulla memoria delle api. L’impatto negativo dei pesticidi sulle capacità di apprendimento e memorizzazione delle api è stato evidenziato pure da un altro studio sempre della Royal Holloway, Università di Londra: anche minimi dosaggi peggiorerebbero queste funzionalità.