Caccia, al via da oggi l’apertura della stagione 2025: novità e cosa cambia

Ambiente
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Da oggi, 21 settembre, riparte in tutta Italia la stagione venatoria. Nella maggior parte delle regioni, tuttavia, già da inizio mese si sono tenute singole giornate di "preapertura" alla caccia. Tra queste il Piemonte, che ha anticipato di 20 giorni l'apertura della caccia al cinghiale con l'obiettivo di contrastare la diffusione della peste suina africana. Mentre in Valle d’Aosta, Liguria, Umbria, Lazio e in buona parte della Lombardia quest’anno non sono state previste forme di inizio anticipato. Le regole sull'attività potrebbero subire novità significative in caso di un via libera definitivo alla riforma del settore in discussione al Senato. Ecco cosa prevede

Quello che devi sapere

Quanto dura la stagione di caccia in Italia

In partenza nel mese di settembre, la stagione di caccia in Italia si conclude, di norma, tra il 31 gennaio e la metà di febbraio. Spetta in ogni caso alle singole regioni stilare il calendario che deve tenere conto anche delle specie cacciabili e di limitazioni esterne. Nelle settimane di preapertura, per esempio, una moratoria europea ha imposto il divieto di sparare alla tortora selvatica, al quale si è aggiunto quello dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) relativo al colombaccio nella metà delle regioni.

 

Per approfondire: Caccia, da domani riparte (in anticipo) la stagione venatoria. Proteste degli animalisti

Quanto dura la stagione di caccia in Italia

Assenza di interventi Tar

Rispetto agli scorsi anni, la stagione parte senza blocchi disposti dal Tribunale Amministrativo Regionale (Tar). Ovunque i calendari venatori sono stati approvati con largo anticipo lasciando tempo per smaltire eventuali ricorsi i cui termini sono stati ridotti a 30 giorni. Una modifica alla legge del 1992 prevede inoltre che in caso di sospensione cautelare verrebbe considerato valido il calendario della stagione precedente

pubblicità

Cosa prevede la riforma

Come detto, è in disussione una riforma sulla caccia. Il provvedimento (Ddl 779) in 18 articoli, promosso dalla maggioranza e attualmente all’esame delle Commissioni Agricoltura e Ambiente di Palazzo Madama, mira a riformare la legge quadro sulla caccia (la numero 157 del 1992), a partire dalla disciplina sulla “gestione e la protezione della fauna selvatica omeoterma, nonché per il prelievo venatorio”.

Le armi consentite

Un capitolo particolarmente spinoso del disegno di legge, sul quale sono stati presentati circa 2mila emendamenti, è dedicato alle armi consentite ai cacciatori. Secondo l’articolo 8, i cacciatori potranno avvalersi di fucili con canna ad anima liscia fino a due colpi a ripetizione e semiautomatico, con caricatore contenente non più di due cartucce e calibro non superiore al 12. Viene estesa poi la possibilità di utilizzare il caricatore fino a 5 cartucce per la caccia al cinghiale. Il testo ammette inoltre la possibilità di includere falchi e archi nell'arsenale.

pubblicità

Limite massimo giorni settimanali

La riforma fissa poi un tetto massimo di 3 giorni a settimana consentiti per l’attività venatoria, salvo una libera scelta disposta dalle singole regioni nei confronti del cacciatore. Restano in ogni caso escluse dall’esercizio le giornate di martedì e venerdì

Controllo faunistico

Sul fronte del controllo faunistico, il provvedimento mira a potenziare il ruolo dei cacciatori iscritti agli Ambiti territoriali di caccia (Atc) e ai comprensori alpini sotto il coordinamento delle guardie venatorie. Le unità, dipendenti dalle amministrazioni pubbliche, potranno "avvalersi anche dei proprietari o dei conduttori dei fondi, purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio, delle guardie forestali e degli operatori faunistici".

pubblicità

Specie cacciabili e strumenti

Per quanto riguarda le specie, viene ammessa la caccia all'oca selvatica e al piccione ed è prevista l'estensione da 4 a 5 mesi della caccia collettiva al cinghiale. Novità coinvolgono inoltre gli strumenti con il via libera all'utilizzo di dispositivi ottici ed optoelettronici per la caccia di selezione ad ungulati e cinghiali. Un aspetto che secondo il Wwf Italia rischia di violare la Convenzione di Berna del 1981 relativa alla tutela della fauna selvatica.

Battaglia delle opposizioni

Sulla riforma intanto è scontro aperto tra maggioranza e opposizioni che bollano il provvedimento come una "deregolamentazione venatoria senza precedenti". Oltre agli emendamenti presentati, come detto, a centinaia da Pd, M5S e Avs, il passaggio da sede redigente a referente nell'esame in Commissione ha innescato un allungamento dei tempi. Spetterà dunque all'Aula esprimersi sul testo che poi andrà, in seconda lettura, alla Camera.

pubblicità

Legge di iniziativa popolare

Il provvedimento ha sollevato proteste anche fuori dal Parlamento, a partire dalle associazioni animaliste. “Questo disegno di legge è un attacco al cuore del diritto ambientale italiano. Non è una riforma, è uno smantellamento studiato a tavolino per favorire le lobby venatorie, senza alcun rispetto per la Costituzione, per l’Europa e per la scienza”, ha detto Annamaria Procacci, ufficio fauna selvatica dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa) che insieme ad Animalisti Italiani, Lac, Lav, Lndc Animal Protection e Oipa ha avviato la raccolta di 50mila firme per una legge di iniziativa propolare per l'abolizione della caccia, la tutela di lupi e orsi e l'aumento delle aree protette. 

Wwf Italia: "Peggior attacco mai sferrato alla fauna selvatica"

Anche Wwf Italia lancia l'allarme. Sul Corriere della Sera Domenico Aiello, responsabile della Tutela giuridica della natura, definisce il provvedimento in discussione al Senato "il peggiore attacco mai sferrato alla fauna selvatica in Italia". "Il disegno è chiaro: capovolgere i valori in gioco, inclusi quelli costituzionali, e passare da un approccio fondato su tutela e conservazione delle ricchezze naturali a uno basato sulla loto mercificazione o alla visione di una natura ostile da contenere con brutalità", ha detto.

 

Per approfondire: I cani accompagnavano i cacciatori già 11.500 anni fa, nel Neolitico

pubblicità