Le aziende riciclano veramente la plastica? Il caso Starbucks

Il mese scorso CBS News ha condotto un esperimento nascondendo 36 Air Tag – dispositivi di tracciamento di Apple – in altrettanti bicchieri di plastica della catena americana di caffè Starbucks, e li ha gettati nei cestini che si trovano nei punti vendita della stessa compagnia. Di questi, solo quattro – l’11% – sono stati inviati in un impianto di riciclaggio, mentre gli altri trentatré in discarica o in un inceneritore. Scarso impegno Nonostante le grandi aziende continuino a promettere di diminuire la quantità di plastica che utilizzano e di conseguenza i rifiuti che generano, due anni fa un'inchiesta dello European Data Journalism Network ha dimostrato che due terzi di queste promesse vengono presto abbandonate o falliscono. Aziende come Starbucks rimangono quindi tra le più inquinanti al mondo, non solo perché riciclare la plastica è un compito più difficile di quello che sembra, ma anche perché spesso non si impegnano abbastanza. Gli ostacoli per il riciclo sono parecchi. Esistono ad esempio diversi tipi di plastica e solo alcuni sono riciclabili, ma molti stabilimenti non dispongono delle tecnologie necessarie a smistare le plastiche in base alla loro tipologia. Riciclare, oltretutto, può essere più costoso che produrre la plastica da zero e spesso il materiale ottenuto ha anche una qualità inferiore a quella vergine, rendendo meno competitive sul mercato le plastiche riciclate. C’è inoltre il problema della contaminazione: se gli oggetti di plastica sono sporchi o contengono oggetti estranei è necessario rimuovere gli agenti contaminanti prima di riciclarli. È questo il caso di CBS News, che per condurre l’esperimento ha inserito un corpo estraneo quale l’Air Tag nei bicchieri di Starbucks, notando tuttavia come, nonostante i rifiuti fossero raccolti dalla stessa compagnia che li ha prodotti, solo una piccola percentuale sia stata inviata in uno stabilimento che si occupasse di rimuovere i corpi estranei e riciclare lo stesso i bicchieri, mentre la stragrande maggioranza sia finita direttamente in una discarica o un inceneritore. Nonostante le campagne di comunicazione delle grandi aziende ci portino a pensare che il loro operato dal punto di vista ambientale sia impeccabile, i risultati dell’indagine di CBS News, per quanto preoccupanti, non sono affatto sorprendenti: una ricerca condotta dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nel 2022 mostra come negli Stati Uniti solo il 4% dei rifiuti di plastica viene riciclato. Grazie agli sforzi legislativi di Bruxelles e dei governi europei, l’Unione europea fa un po’ meglio: esclusi Bulgaria, Croazia, Cipro, Malta e Romania, i Paesi UE riciclano il 14% dei propri rifiuti di plastica. Si tratta della parte di mondo dove si registra la percentuale più alta, mentre a livello globale il tasso di plastica riciclata ammonta in media al 9%. Viste queste percentuali – soprattutto quella relativa agli Stati Uniti, dove è stato condotto l’esperimento di CBS – e la poco incoraggiante situazione attuale, ci si potrebbe spingere a dire che Starbucks sia quasi un esempio virtuoso.

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