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Studio Cnr, ghiacciai dell’Himalaya si autoproteggono da effetti del cambiamento climatico

Ambiente

Daniele Moretti

©Getty

Uno studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con l’ISTA di Vienna, pubblicato su “Nature Geoscience”, spiega perché i ghiacciai si sciolgono nonostante i dati indichino come la temperatura dell'aria non abbia avuto grossi cambiamenti in questi decenni. “I ghiacciai dell’Himalaya hanno mostrato la loro capacità di autoproteggersi parzialmente abbassando le temperature sulla loro superficie e a valle”, spiega a Sky TG24 Franco Salerno dell’Istituto di Scienze Polari Cnr

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Buona parte dei ghiacciai dell'Himalaya si sta sciogliendo a causa della crisi climatica, in molti casi anche molto più rapidamente di quanto avviene in altre regioni. Tuttavia i dati che arrivano dalle stazioni meteorologiche come lo storico Laboratorio-Osservatorio Internazionale Piramide Ev-K2-Minoprio - situato a 5050 metri di altitudine sulle pendici meridionali del Monte Everest - indicano che la temperatura dell'aria non ha avuto grossi cambiamenti in questi decenni. Un fenomeno che sembra apparentemente non conciliarsi con quel che realmente avviene nella zona. A fornire una spiegazione è lo studio approfondito dei dati storici effettuato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con l’ISTA di Vienna, e pubblicato su Nature Geoscience. “I ghiacciai dell’Himalaya hanno mostrato la loro capacità di autoproteggersi parzialmente dal cambiamento del clima abbassando le temperature sulla loro superficie e anche a valle”, spiega a Sky TG24 Franco Salerno dell’Istituto di Scienze Polari Cnr, uno degli autori dello studio.

“I ghiacciai himalayani si proteggono perché sono in salute”

Questo meccanismo dei ghiacciai, specifica Salerno, “permette loro di parzialmente diminuire i tassi di fusione sui ghiacciai non ché di proteggere il permafrost e gli ecosistemi che si trovano a valle dei ghiacciai. Questo è possibile solo perché i ghiacciai himalayani godono ancora di buona salute: probabilmente nelle nostre Alpi dove i ghiacciai sono più piccoli questo fenomeno l’avremmo potuto vedere 100 anni fa e questa capacità di autoprotezione ormai risulta persa”.

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“Autoprotezione nel breve termine”

L’aumento delle temperature “inesorabilmente porterà sempre una maggiore scomparsa e una diminuzione di questi ghiacciai - aggiunge Salerno - Quello che abbiamo messo in evidenza con questo studio è che hanno una sorta di capacità di autoprotezione purché nel breve termine, ossia se viene superato quello che noi ricercatori chiamiamo il tipping point (il punto di non ritorno, ndr) questi ghiacciai non avranno più questa capacità e la loro fusione sarà sempre più rapida”.

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“Fondamentale continuare con l’osservatorio”

Salerno specifica poi che “le stazioni della Piramide che sono collocate sulle pendici del Monte Everest e gestite dall’Ev-K2 sono un’eccellenza tutta italiana. La capacità di noi ricercatori del Cnr è stata quella di essere tenaci nel portarle avanti per tre decadi e siamo riusciti così a comprendere questo meccanismo, senza queste osservazioni non sarebbe stato possibile”. È vitale che questo osservatorio prosegua “perché è l’unica serie al mondo non solo in Himalaya, ad alta quota, che ha permesso di comprendere questo fenomeno e di seguirlo anche nei prossimi decenni”.

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