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The Guardian: “La Pianura Padana una delle zone più inquinate d'Europa”. Lo studio

Ambiente
©Getty

Il reportage del quotidiano britannico ha raccolto le testimonianze di alcuni abitanti di un piccolo Comune in provincia di Cremona dove da quasi due settimane le persone si sarebbero barricate in casa. Infatti, dalla vasta area di terreno agricolo direttamente adiacente alle case di alcuni di loro, si respira quello che è stato definito come “un fetore insopportabile e potenzialmente nocivo, che ha causato vomito, difficoltà respiratorie, vertigini, occhi gonfi e mal di testa”

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“Impossibile vivere così: la Pianura Padana italiana colpita da un inquinamento atmosferico tra i peggiori d’Europa”. E’ questo il titolo di un articolo del “The Guardian” che introduce uno studio secondo cui, la popolazione del luogo e in particolare i cremonesi, sostengono che la vita stia diventando insopportabile a causa dell’inquinamento provocato dall’industria, dalle automobili e dai rifiuti degli animali da allevamento.

La situazione nel Cremonese

Il reportage del Guardian passa da Crotta D’Adda, paese che ospita circa 600 persone in provincia di Cremona ed è situato proprio nel cuore della Pianura Padana, dove da quasi due settimane gli abitanti si sarebbero barricati in casa. Infatti, dalla vasta area di terreno agricolo direttamente adiacente alle case di alcuni di loro, si respira quello che viene definito “un fetore insopportabile e potenzialmente nocivo, che ha causato vomito, difficoltà respiratorie, vertigini, occhi gonfi e mal di testa”. Proprio a causa di queste condizioni, ha riferito uno di loro, “è impossibile vivere così. Non puoi uscire, non puoi fare nulla. Anche la casa non è più sicura perché la puzza penetra ovunque e dura per settimane”.

Lo “spargimento dei fanghi”

Il piccolo comune lombardo, si legge, è circondato da allevamenti di maiali e pollame, le cui feci vengono trasformate in fertilizzante prima di essere utilizzate come uno spesso strato di terreno agricolo in un processo noto come “spargimento dei fanghi”. Un sottoprodotto del procedimento è il “gesso di defecazione”, un materiale solido ottenuto dall'idrolisi di materiali biologici che si ottiene attraverso la calce e l’acido solforico. Sebbene il “gesso da defecazione” sia considerato un prodotto versatile in agricoltura, il rischio è che questi prodotti possano provenire da materiale classificato come pericoloso e quindi vietato nell’ambito dell'uso dei fertilizzanti. Tuttavia, sebbene la Regione Lombardia disponga di norme che regolano lo spargimento dei fanghi, le norme, viene riferito, “sono piuttosto vaghe, rendendo difficile così controllare il processo di trattamento e comprendere se i fertilizzanti contengano contaminanti dannosi per l'ambiente o la salute umana”.

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La Pianura Padana come una “tra le peggiori aree in Europa per l’inquinamento atmosferico”

Ma quello dei fanghi non è l’unico problema che affligge la vita degli abitanti di Crotta d’Adda e di altri paesi del Cremonese. La Pianura Padana, infatti, viene definita come una “tra le peggiori aree in Europa per l’inquinamento atmosferico”. Proprio un’indagine del Guardian ha rilevato che più di un terzo delle persone che vivono nella valle e nelle aree circostanti respirano aria quattro volte più inquinata rispetto al limite delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E mentre i vasti centri industriali di Milano e Torino sono da tempo noti per lo smog, Cremona è emersa come una delle città con la peggiore qualità dell'aria in Europa, in una classifica pubblicata quest'anno dall'European Environment Agency (EEA). Secondo l’EEA, la cattiva qualità dell’aria è stata collegata a 50.303 morti premature in Italia nel 2020, e mentre la maggior parte si è verificata a Milano, Cremona è stata la provincia italiana con la più alta percentuale di decessi – tra 150 e 200 ogni 100.000 residenti – attribuiti al particolato sottile. 

Il punto di vista della Lombardia

Nell'ambito di un piano elaborato insieme alle autorità di Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, l'assessore lombardo all'Ambiente, Giorgio Maione, ha ribadito che la regione ha compiuto “buoni progressi negli ultimi anni nel tentativo di ridurre l'inquinamento”. Nell’ultimo decennio, in particolare, il livello del PM10 in Lombardia, regione con più di 10 milioni di abitanti, è andato progressivamente diminuendo, così come il numero di giorni in cui è stato superato il limite di 50 mg/m3. Avrebbero contribuito al miglioramento misure quali le restrizioni al traffico, sistemi di riscaldamento più ecologici e incentivi finanziari per incoraggiare le persone a migliorare l’isolamento domestico, così come quelle rivolte al settore agricolo. Maione ha anche affermato che la Lombardia ha investito 19 miliardi di euro in questi provvedimenti tra il 2018 e il 2022, la maggior parte dei quali è stata spesa per migliorare le infrastrutture legate alla mobilità. 

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