Val di Funes, alla scoperta della “Perla dell’Alto Adige” tra sostenibilità e turismo slow

Ambiente
Costanza Ruggeri

Costanza Ruggeri

©Funes Tourism Association
Green grassy meadows in the village of Santa Maddalena against the great peaks of the Odle Group, Val di Funes, Dolomites.

Protetti dalle maestose cime del Gruppo dell’Odle, da decenni gli abitanti della striscia di terra stretta tra la Val Gardena e la Val Badia si sottraggono alle sirene del turismo di massa e difendono con tenacia la propria identità culturale e il loro patrimonio gastronomico. Patria di Reinhold Messner, la Val di Funes è la prima destinazione Slow Food Travel in Alto Adige e ha fatto della "Villnösser Brillenschaf" (conosciuta come "la pecora con gli occhiali") un vero e proprio brand

Terra di montagne, boschi e alpeggi. Terra di pascoli, malghe e masi. Ma soprattutto terra di artigiani, contadini e allevatori. Stretta tra la Val Gardena e la Val Badia, in provincia di Bolzano, la Val di Funes è una striscia verde lunga 16 chilometri che conta poco più di 2.600 abitanti e ha visto crescere Reinhold Messner, il primo alpinista al mondo ad aver scalato tutte le quattordici cime del pianeta oltre gli 8.000 metri. La gente che la abita è caparbia e profondamente legata al proprio territorio. Gente che ha saputo dire no all’avanzata del turismo mordi e fuggi e che, già nel 1973, ha rifiutato la possibilità di sviluppo di un comprensorio sciistico per mantenere intatte quelle montagne che oggi sono parco nazionale protetto. Gente come Lydia, “Ambasciatrice del latte”, che nel maso di famiglia (certificato biologico dal 2015) produce e vende formaggio. Come Günther, il custode delle “pecore con gli occhiali” che, come faceva suo padre, alleva con devozione questa razza ovina autoctona (la più antica del Sudtirolo) riconosciuta dalla Unione Europea come razza in via di estinzione. Gente ancora come Monika che, nel salotto della casa costruita dai suoi avi agli inizi del Novecento, realizza a uncinetto cappelli per l’inverno e come Valentin che usa un macchinario vecchio di 280 anni per “pettinare” la lana. Gente soprattutto come Oskar, professione chef, che nel maggio del 2022 ha aiutato questa valle (dove natura, tradizione e attenzione all’ambiente si fondono armoniosamente) a diventare la prima destinazione Slow Food Travel dell’Alto Adige: un nuovo modello di viaggio che valorizza il patrimonio gastronomico, culturale e sociale in maniera lenta e sostenibile.

Val di Funes - Santa Maddalena
Günther Pernthaler - Lydia Sparber Messner - Valentin Niederwolfsgruber - Monika Lovo

Meta Slow Food Travel

Proprio al Pitzock, il ristorante di Oskar Messner nella frazione di San Pietro (località principale della valle), comincia il nostro viaggio alla scoperta di questo angolo di Alto Adige. Fiero sostenitore del progetto Slow Food Travel in Val di Funes, Oskar ha preso in mano le redini della tradizione intrecciandole con quelle della visione di un futuro sostenibile. Ha deciso di recuperare le Villnösser Brillenschaf (“pecore con gli occhiali”), a un passo dall’estinzione e, fondando l’associazione Furchetta, che combatte le importazioni di prodotti alimentari, ha contribuito al recupero di questa razza ovina autoctona (oggi presidio Slow Food) lavorando a stretto contatto con gli allevatori della zona (quintuplicati in pochi anni) e dando vita a un’intera filiera dove la lana (fino a una decina di anni fa mandata al macero a pagamento) e la carne di agnello sono i prodotti di punta.

La cucina di Oskar Messner
Villnösser Brillenschaf (“Pecore con gli occhiali”)

Ospitalità e sostenibilità

Per 8 anni Messner è stato il cuoco dell’Hotel Tyrol Dolomites slow living, 4 stelle situato nella frazione di Santa Maddalena a pochi passi dalla celeberrima chiesetta di Ranui (tra gli spot più fotografati dell’intero arco dolomitico). Incorniciato dalle vette delle Odle, l’albergo (certificato TourCert) ha vinto nel 2021 lo Sustainability Award per la ristrutturazione in ottica ecologica (con la scelta di materiale naturali come legno, lana, lino e vetro) e l’impegno nell’utilizzo di prodotti biologici. Come ospiti della struttura i turisti ricevono la DolomitiMobilcard che consente di usufruire gratuitamente dei treni regionali in Alto Adige e degli autobus del trasporto locale. La Val di Funes, infatti, fa parte delle 25 Alpine Pearls, le “perle delle Alpi”, network di località montane che garantisce mezzi di trasporto alternativi alle auto proponendo vacanze ecologiche nelle località turistiche più belle. La valle, dunque, è comodamente raggiungibile con i mezzi pubblici il che la rende una meta ideale per un soggiorno senza lo stress dell’automobile, all’insegna della tutela del clima e dell’ambiente. Una valle così rispettosa della sua natura non poteva che investire in aria pulita. Per farlo la Val di Funes ha raggiunto l’autonomia energetica esclusivamente da fonti rinnovabili: acqua, legno e sole forniscono l’energia di cui la comunità ha bisogno.

Hotel Tyrol e Chiesetta di San Giovanni in Ranui
Parco Naturale Puez-Odle

Il "cantiere delle Dolomiti"

“Nel 1973 c’era una società interessata a investire nel turismo sciistico con l’installazione di 3 sciovie” ci racconta Robert Messner, per 15 anni sindaco di Funes e oggi Presidente del Parco Naturale Puez-Odle. “Ma per fortuna non è stato permesso e nel 1978 l’area è stata dichiarata Parco naturale”. Oggi la zona è uno dei 7 parchi naturali protetti dell’Alto Adige e rappresenta, per i geologi, il “cantiere delle Dolomiti”. Oltre 10mila ettari di spazio in cui è possibile trovare tutte le rocce, le stratificazioni e le forme erosive caratteristiche di questa catena che, dal giugno del 2009, è Patrimonio Mondiale Unesco. Una storia ben raccontata nel Dolomites UNESCO Info Point, struttura avveniristica realizzata dall’architetta Christa Mair a Zannes (nei pressi del primo sentiero naturalistico percorribile anche su sedia a rotelle), dove vengono raccontati i 270 milioni di anni dei Monti Pallidi con plastici, animazioni grafiche e video dimostrativi. Nota di merito anche per il Centro visite Puez-Odle, situato a Santa Maddalena di Funes. Aperto al pubblico nel 2009, ha diversi spazi espositivi, strutturati su due piani, dove vivere la magia delle Dolomiti grazie a una panoramica su geologia, fauna, flora e cultura del territorio che circonda il Gruppo delle Odle e il Gruppo del Puez, con particolare riguardo all'alpinismo e alla sua storia.

Parco Naturale Puez-Odle
Dolomites UNESCO Info Point
Centro visite Puez-Odle

Valle a misura di bambino

I piccoli avventurieri possono esplorare il Parco Naturale Puez-Odle come Dolomiti Ranger, preparare il pane nel forno e scoprire il mondo geologico al Museo Mineralogico di Tiso. L'Alto Adige è un paradiso per le vacanze famigliari e anche la Val di Funes offre un ricco programma di attività per tutta la famiglia. Tra le passeggiate più belle quella che conduce ai 2mila metri di Malga Geisler (famosa anche per il suo menu gourmet), nel cuore delle Dolomiti, dove gli adulti possono rilassarsi al cospetto delle cime delle Odle mentre i ragazzini si divertono su giostre con seggiolini a forma di animali, scivoli, trenini in legno e installazioni che oscillano come una bilancia. Per i più coraggiosi sosta d’obbligo al Parco avventura dove mettere alla prova il proprio equilibrio (e la propria assenza di vertigini) tra ponti sospesi, pedane dondolanti e periferiche. E per chi sogna un futuro alla Reinhold Messner, nella palestra di roccia lungo il sentiero Adolf Munkel guide esperte insegnano ai piccoli scalatori le basi dell’arrampicata.

Malga Geisler/Rifugio delle Odle

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