Cop27, Vanessa Nakate a Sky TG24: "Chiediamo rimborsi per perdite e danni"

Ambiente

l'inviato a Sharm el-Sheikh, Alberto Giuffrè

Alla conferenza sul Clima di Sharm el-Sheikh c’è anche l'attivista ugandese, una delle voci più autorevoli del movimento dei giovani contro i cambiamenti climatici. Da questa conferenza si aspetta una risposta ai Paesi più colpiti dalla crisi. L'INTERVISTA

“Chiediamo l’istituzione di una struttura finanziaria per rimborsare perdite e danni”. Vanessa Nakate, l’attivista ugandese, è una delle voci più influenti dei movimenti per il Clima. C’è anche lei alla Cop27 in corso a Sharm el-Sheikh, in Egitto.

Perché una struttura finanziaria è importante?

“Perché la crisi climatica rende ormai del tutto impossibile l’adattamento. Non puoi adattarti alla perdita della tua cultura. Non puoi adattarti alla perdita della tua storia. Quindi i nostri leader devono istituire una struttura finanziaria per ripagare perdite e danni. Abbiamo bisogno che i nostri leader si impegnino a non investire più nei combustibili fossili. In carbone, petrolio e gas”.

Cosa ne pensa della proposta di istituire un fondo assicurativo, il Global Shield?

“Onestamente credo che le persone non chiedano uno scudo globale. Chiediamo l’istituzione di una struttura finanziaria per rimborsare perdite e danni. Uno scudo globale non farebbe bene alle persone in prima linea nella crisi climatica”.

Quanto è importante questa Cop per il Sud del mondo?

“Molte persone stanno chiamando questa Cop, “la Cop africana”. Ad esempio: la crisi climatica sta colpendo il continente africano in così tanti modi. L’Africa storicamente è responsabile soltanto del 4% delle emissioni globali. Eppure abbiamo visto alcuni dei peggiori impatti di questa crisi. Dalla siccità nel Corno d’Africa alle inondazioni in Nigeria, nel Sud Sudan. In Uganda i cicloni stanno devastando la parte meridionale del continente. È evidente che la crisi climatica è in corso. L’Africa ha bisogno di giustizia”.

Lei e altri attivisti stanno sottolineando il principio che non c’è giustizia climatica senza diritti umani. È delusa dal fatto che questa Cop sia qui in Egitto?

“Abbiamo sempre organizzato grandi marce di protesta. Ma qui non è possibile farlo. Perché siamo in grado di agire solo all’interno della conferenza. Se ti trovi in un posto dove non puoi protestare e fare uno sciopero per il clima come eri abituato a fare, devi trovare altri metodi per far sì che i leader rispondano delle loro azioni. Ecco perché utilizziamo i social media, interviste, eventi per ricordare ai nostri leader che non possiamo investire più in fonti fossili se vogliamo mantenere la temperatura sotto il grado e mezzo”. 

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