Rimini, dall’8 all’11 novembre la fiera internazionale “Ecomondo”

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Nell’ambito dell’expo internazionale che unisce in un’unica piattaforma tutti i settori dell’economia circolare, dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile verrà presentata anche la terza edizione dello studio “Rifiuti urbani, fabbisogni impiantistici attuali e al 2035” di Utilitalia

Parte oggi, 8 novembre, dal quartiere fieristico di Rimini la 25esima edizione di “Ecomondo – The Green Technology Expo”, fiera internazionale che unisce in un’unica piattaforma tutti i settori dell’economia circolare, dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile.

Lo studio di Utilitalia

Fino all’11 novembre, quando terminerà la fiera, si parlerà anche di nuove priorità normative e regolatorie, di ricerca e formazione sul fronte dell'economia circolare, di nuovi processi, anche 4.0 e di prodotti annessi alla sua adozione a livello industriale, nelle città e nei territori. Nell’occasione, tra l’altro, Utilitalia federazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici dell'acqua, dell'ambiente, dell'energia elettrica e del gas, rappresentandole presso le istituzioni nazionali ed europee, presenterà la terza edizione dello studio “Rifiuti urbani, fabbisogni impiantistici attuali e al 2035”. Al centro il tema correlato al fabbisogno di impianti di rifiuti per centrare gli obiettivi europei al 2035 che, per il 2022, si concentra anche sul recupero di energia dai rifiuti come strategia per ridurre le importazioni di gas. Nello specifico, spiegano gli esperti, per centrare gli obiettivi fissati dal pacchetto europeo sull’economia circolare al 2035, occorrono all’Italia almeno 30 impianti per il trattamento dei rifiuti organici e per il recupero energetico delle frazioni non riciclabili. Ad oggi, però, gli attuali impianti di trattamento dei rifiuti urbani risultano numericamente insufficienti e mal dislocati sul territorio nazionale, obbligando l’Italia a continui viaggi dei rifiuti tra le Regioni e a ricorrere in maniera ancora massiccia allo smaltimento in discarica.  Situazione questa che, senza una netta inversione di tendenza potrebbe impedire di raggiungere i target Ue che prevedono sul totale dei rifiuti raccolti, entro 15 anni, il raggiungimento del 65% di riciclaggio effettivo e un utilizzo della discarica per una quota inferiore al 10%.

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La situazione in Italia

Considerando la capacità attualmente installata, per raggiungere gli obiettivi europei e annullare l’export di rifiuti tra le aree del Paese, il fabbisogno impiantistico ammonta a 5,9 milioni di tonnellate. Considerando l’intero Paese, su base annua, il Nord risulterà autosufficiente per l’organico e in debito di 300mila tonnellate per la termovalorizzazione, mentre il Centro avrà bisogno di termovalorizzare ulteriori 1,2 milioni di tonnellate e di trattarne altrettante di organico. Infine, il Sud avrà un fabbisogno di recupero energetico di 600mila tonnellate e di 1,4 milioni di tonnellate per l’organico. Considerando le isole, per la Sicilia il deficit sarebbe di 500mila tonnellate per l’incenerimento e 600mila tonnellate per l’organico, per la Sardegna sarebbe invece autosufficiente per l’organico ma presenterebbe un deficit di 90mila tonnellate per la termovalorizzazione. Secondo Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia, “senza impianti di digestione anaerobica e termovalorizzatori non è possibile chiudere il ciclo dei rifiuti in un’ottica di economia circolare”. I dati, infatti, “dimostrano che la raccolta differenziata per il riciclo e gli impianti non sono due elementi contrapposti, anzi: i territori che registrano le percentuali più alte di raccolta differenziata, non a caso, sono proprio quelli in cui è presente il maggior numero di impianti”. Per il 2022, nell’ambito della nuova edizione dello studio, “evidenziamo finalmente un’inversione di tendenza sul fronte della digestione anaerobica: alcuni nuovi impianti stanno per entrare in esercizio e per altri, grazie anche al PNRR, ci sono buone prospettive di realizzazione. L’auspicio è che nella prossima edizione dello studio potremo rendicontare una situazione diversa, in cui quel gap che in questi anni è sostanzialmente rimasto immutato cominci a ridursi”, ha detto ancora.

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