Riscaldamento globale, allarme del Wmo: emissioni gas serra a livello record nel 2021

Ambiente

Secondo il nuovo rapporto dell'Organizzazione meteorologica mondiale, l'aumento della CO2 dal 2020 all'anno successivo è stato superiore all'aumento medio annuo degli ultimi 10 anni. Onu: "Nessun percorso credibile verso 1,5°C. Va trasformata la società"

Le emissioni di gas serra ricominciano a correre a livello globale, e la Commissione europea risponde rilanciando l'azione sul Green Deal, con regole più severe contro l'inquinamento dell'aria e delle acque. Secondo un nuovo rapporto della Wmo, l'Organizzazione meteorologica mondiale, i livelli in atmosfera dei tre principali gas serra (anidride carbonica, metano e diossido di azoto) hanno raggiunto nuovi record nel 2021. L'aumento della CO2 dal 2020 all'anno successivo è stato superiore all'aumento medio annuo degli ultimi 10 anni. Dopo la pandemia le emissioni hanno ricominciato a correre anche in Europa, ma si sono fermate a livelli inferiori rispetto al periodo pre-Covid. Dai dati preliminari comunicati dagli Stati membri all'Agenzia europea dell'ambiente, nel 2021 le emissioni di gas serra sono aumentate del 5% rispetto al 2020 ma rimangono del 6% inferiori al livello del 2019.

"Per raggiungere gli obiettivi sforzi vanno raddoppiati"

Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 nella lotta ai cambiamenti climatici, avverte l'Agenzia, gli sforzi devono più che raddoppiare. La Commissione rilancia sulla lotta all'inquinamento, perché "il Green Deal è qualcosa di più di abbassare le emissioni", ha ricordato il vicepresidente dell'esecutivo Ue, Frans Timmermans. L'approccio è quello "One Health", promosso dall'Oms, in cui la salute umana è connessa con quella delle piante, degli animali e degli ecosistemi. Sulla base di questo criterio Bruxelles propone limiti più severi per gli inquinanti e diritto alla compensazione per cittadini e Ong in caso di violazione delle regole Ue sulla qualità dell'aria.

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Onu: sprecato un anno su emissioni, ultima chance 

Anche l'Onu lancia il suo allamrme sul clima: solo una "rapida" e "radicale" trasformazione del sistema può evitare il disastro. È questo il messaggio che arriva dal rapporto dell'Unep sulle emissioni intitolato 'The Closing Window' che si può tradurre come ultima chance. L'ultimo anno è stato un anno "sprecato" per il clima, con progressi "tristemente inadeguati" nonostante gli impegni al vertice Cop26 di Glasgow. Siamo lontanissimi dagli obiettivi di Parigi e al momento non esiste un percorso credibile verso un riscaldamento globale di 1,5 gradi mentre le politiche attualmente in vigore, se non saranno rafforzate, porterebbero a un aumento di 2,6-2,8 gradi.

In piena pandemia, nel momento forse più difficile per lo Yemen dall’inizio del conflitto, l’impatto della diminuzione degli aiuti sta già avendo ripercussioni gravissime su milioni di uomini, donne e bambini. È l’allarme lanciato oggi da Oxfam, di fronte al dimezzamento degli aiuti internazionali nel 2020, per una media di circa 25 centesimi di dollaro al giorno (nel 2019 erano 46 centesimi) per i 24,3 milioni di yemeniti, che attualmente dipendono dagli aiuti umanitari per sopravvivere. Oltre 2 milioni in più rispetto al 2018. Questa drastica contrazione ha implicato che oltre un terzo degli interventi umanitari delle Nazioni Unite siano già stati ridimensionati, se non del tutto chiusi, con la conseguenza che nel paese non si distribuisce più cibo ed è interrotto il servizio vitale di 300 strutture sanitarie. Tanto più assurdo e grave in un paese dove gli ospedali sono al collasso, si contano almeno 150 mila nuovi casi di colera dall’inizio dell’anno e oltre 2 mila contagi da Covid 19 registrati in 11 governatorati, numero sottostimato, data la quasi totale mancanza di test e tamponi. ANSA/US OXFAM ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++

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Gli impegni aggiornati della Cop26

Gli impegni aggiornati in seguito alla Cop26 di Glasgow riducono di meno dell'1% le emissioni di gas serra previste per il 2030. Devono essere invece dimezzate del 45% per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, secondo il rapporto. "È un'impresa ardua, e alcuni direbbero impossibile, riformare l'economia globale e quasi dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030, ma dobbiamo provarci", afferma il direttore esecutivo del Programma Onu per l'ambiente, Inger Andersen. "Ogni frazione di grado conta: per le comunità vulnerabili, per le specie e gli ecosistemi e per ognuno di noi", aggiunge. "Anche se non raggiungiamo i nostri obiettivi per il 2030, dobbiamo sforzarci di avvicinarci il più possibile a 1,5°C. Ciò significa - ha spiegato - gettare le basi di un futuro a zero emissioni: un futuro che ci consentirà di ridurre gli sbalzi di temperatura e offrire molti altri vantaggi sociali e ambientali, come aria pulita, posti di lavoro ecologici e accesso universale all'energia".

Unep: "Attuazione Ndc non credibile attualmente"

Nella migliore delle ipotesi, la piena attuazione dei contributi stabiliti a livello nazionale promessi (in inglese Ndc, nationally determined contribution) e ulteriori impegni a zero emissioni indicano un aumento di 1,8 gradi, quindi c'è speranza. Tuttavia, questo scenario non è giudicato dall'Unep "attualmente credibile in base alla discrepanza tra le emissioni attuali, gli obiettivi Ndc a breve termine e gli obiettivi zero-netti a lungo termine". Il rapporto presenta quindi una guida alla trasformazione necessaria nei settori della fornitura di energia elettrica, dell'industria, dei trasporti e degli edifici, nonché nei sistemi alimentari e finanziari. 

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