Il fiume Po è in secca come a luglio, l'allarme di Coldiretti

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Il livello è a -2,3 metri rispetto allo zero idrometrico. Questo è quanto emerge dall'ultimo preoccupante monitoraggio sulla situazione nella zona di Pavia. "Il grande fiume italiano - precisa Coldiretti - è fondamentale per l'ecosistema della pianura padana dove si concentra il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell'allevamento"

La situazione del fiume Po all'altezza di Ponte della Becca (Pavia) è preoccupante: l'acqua si trova a -2,3 metri rispetto allo zero idrometrico, con la siccità che è tornata ai livelli della scorsa estate. A lanciare l'allarme è Coldiretti, dopo l'ultimo monitoraggio effettuato nella zona del pavese. La secca del Po colpisce i campi, favorisce la risalita del cuneo salino, restringe i ghiacciai, lascia le montagne senza neve e svuota i grandi laghi del Nord. La siccità è provocata dal caldo anomalo che sta investendo tutta la penisola. Il 2022, secondo Isac-Cnr (Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima), si classifica come il più caldo mai registrato fino a ora in Italia dal 1800 con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96 gradi) rispetto alla media storica ma con un terzo di precipitazioni in meno secondo nei primi 9 mesi dell'anno.

Siccità preoccupante in tutta Italia

Come spiega Coldiretti, "il grande fiume italiano, che al ponte della Becca alla confluenza del Ticino si presenta con le rive ridotte a spiagge, è fondamentale per l'ecosistema della pianura padana dove si concentra il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell'allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. Il grande caldo - aggiunge Coldiretti - colpisce anche i grandi laghi del Nord con il Garda che è pieno solo al 23% e l'Iseo al 26% mentre resistono il Maggiore con il 56% e il Como che è riuscito a risalire fino al 72%". Per Coldiretti la situazione è preoccupante anche nel resto della penisola: "dal Friuli Venezia Giulia al Veneto dove si sorvegliano sia i livelli di falde e fiumi e quelli delle riserve idriche regionali. Al Sud la situazione più pesante si registra in Calabria".

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Le conseguenze della siccità

Nelle campagne, precisa la Coldiretti, "gli effetti si fanno sentire anche per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo, come avviene peraltro nelle città dopo sono ancora diffuse zanzare e mosche. Una conferma del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che quest'anno superano già i 6 miliardi di euro dall'inizio dell'anno, pari al 10% della produzione nazionale".

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