Snam acquista Golar nave che funge da rigassificatore galleggiante

Ambiente
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Primo rigassificatore galleggiante in Italia da 5 miliardi di metri cubi.  Da solo contribuirà al 6,5% del fabbisogno nazionale. Ministro Cingolani: siamo già in recessione, dobbiamo puntare sulle rinnovabili

Snam acquista il primo rigassificatore galleggiante in Italia da 5 miliardi di

metri cubi favorendo una maggiore diversificazione degli approvvigionamenti energetici nel nostro Paese. L’affare è stato siglato con Golar Lng Nb 134 Corporation da Lolar Solar che è il principale operatore europeo di infrastrutture per il gas naturale. Costo dell’operazione: 350 milioni di dollari, pari a 330 mln euro circa. La nave di stoccaggio e rigassificazione in questione è la Golar Tundra. Costruita nel 2015, l’imbarcazione può operare sia come nave metaniera per il trasporto del gas naturale liquefatto (Gnl) sia come rigassificatore galleggiante (Fsru). Ha una capacità di stoccaggio di circa 170mila metri cubi di Gnl e una capacità di rigassificazione continua di 5 miliardi di metri cubi l'anno. 

Venier (Snam) : al lavoro su secondo Fsru

 

Non si è concluso ancora il primo accordo, che l’amministratore delegato di Snam Stefano Venier, è già al lavoro per un secondo acquisto: "Siamo alla ricerca di una seconda Fsru di dimensioni simili, sulla quale è attualmente in corso una negoziazione in esclusiva che si prevede possa concludersi entro fine giugno". La nuova Fsru ha un compito “essenziale” per l’Italia: da sola potrà contribuire a circa il 6,5% del fabbisogno nazionale, portando la capacità di rigassificazione italiana a oltre il 25% della domanda" afferma Venier ricordando che Snam "ha completato l'operazione con rapidità ed efficacia in un mercato caratterizzato da un elevato livello di competitività e scarsità dell'offerta".

 

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Cingolani: siamo già in recessione, puntare sulle rinnovabili

 

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani parla di “recessione” nel nostro paese dal punto di vista delle energie rinnovabili. “Dobbiamo mantenere la barra dritta e investire in nuove tecnologie” ribadisce il ministro. "E' chiaro che stiamo rallentando la transizione ecologica – ha spiegato Cingolani - dobbiamo considerare gli enormi investimenti necessari per ricostruire l'Ucraina ma chiaramente ci saranno conseguenze a lungo termine per questi eventi degli ultimi mesi”. Per il ministro non c’è dubbio: abbiamo bisogno di energie verdi rinnovabili.

 

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