L'intervento del ministro per la Transizione Ecologica all’incontro “Sviluppo sostenibile e digitale: la sfida dei giovani parte da Milano”, organizzato da Sky in occasione dei due appuntamenti internazionali “Youth4Climate: Driving Ambition” e “Pre-COP26”. Tra i temi affrontati, la sostenibilità delle mosse politiche che i Paesi dovranno prendere
Youth4Climate è iniziato: 400 giovani da tutto il mondo sono a Milano per discutere delle proposte su clima e ambiente da presentare ai leader mondiali. Nel pomeriggio di martedì, il ministro per la Transizione Energetica, Roberto Cingolani, ha partecipato all’incontro “Sviluppo sostenibile e digitale: la sfida dei giovani parte da Milano”, organizzato da Sky proprio in occasione dei due appuntamenti internazionali - “Youth4Climate: Driving Ambition” e “Pre-COP26” - e andato in onda su Sky TG24.
"Tutto ciò che facciamo ha degli impatti sociali complessi"
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“Diciamo le stesse cose degli attivisti di Fridays for future”, ha detto Cingolani, “bisogna ricordare ai Paesi avanzati che devono versare 100 miliardi ai Paesi poveri e che non bastano nemmeno. Dovremmo fare di più”. Il ministro ha concentrato il suo intervento sulle politiche messe in atto dai governi più importanti, sulle prossime mosse da fare e sul ruolo delle nuove generazioni. “I giovani in questo momento hanno un ruolo di spinta, devono creare l’onda di commozione ma anche di contestazione e di protesta”, ha affermato il ministro, “le istituzioni devono trovare soluzioni, ma se fossero semplici le avremmo già trovate e applicate. Tutto ciò che facciamo nella direzione del cambiamento climatico ha degli impatti sociali estremamente complessi. Un Paese che ambisca ad essere sano e sostenibile deve conciliare due istanze diverse: quella di un clima sostenibile per le future generazioni e quella di una società sostenibile. Altrimenti la gente perde il lavoro e non riesce ad andare avanti”.
"Quando inizieremo a misurare i miglioramenti?"
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Il ministro Cingolani ha poi commentato anche i recenti rincari delle materie prime in tutta Europa: “Circa l’80% dell’aumento dei costi in bolletta proviene dall’aumento del costo del gas. Un 20% lo possiamo attribuire all’aumento del prezzo della Co2”. Vista nella sua globalità, la transizione energetica è un’opportunità che, però, non porta a benefici immediati. “La domanda è da quale anno inizieremo a misurare questi miglioramenti”, si chiede Cingolani. Il ministro ha poi concluso il suo intervento dichiarando le sue aspettative per la Cop26 di Glasgow: “speriamo che dopo la Conferenza si abbia una risoluzione congiunta in cui si dica che siamo tutti d’accordo a dare più soldi ai Paesi poveri, ad accelerare per tenere l’incremento di temperatura sotto gli 1.5 gradi e che si facciano dei passaggi in quella direzione, creando anche una finanza etica e verde”.